Bus messi ko dal condizionatore

Trentino Trasporti ritira i nuovi mezzi. E ripesca quelli senza «clima»


Alessandro Maranesi


TRENTO. Torna il gran caldo e ogni posto con un condizionatore è buono per cercare un po'di refrigerio. Ma questa regola non vale per gli autobus di Trentino trasporti visto che, come da tradizione, con la prima afa diventano roventi. Nonostante i tanti soldi spesi l'anno scorso (248 mila euro) per montare climatizzatori che però ora si scopre fondono i motori messi sotto sforzo. Questo è quanto denuncia un gruppo di autisti che raccontano una situazione a dir poco paradossale: «A partire da fine 2008 circolano i nuovi modelli di autobus Scania che oggi sono 31».

In pratica la metà della flotta urbana estiva dei bus nel capoluogo che ammonta a 60 mezzi totali. Queste vetture sono state acquistate senza aria condizionata ma, dopo le proteste degli scorsi anni, si è deciso di montare nel 2010 un impianto che avrebbe dovuto risolvere i problemi di calura estiva. Arrivati alla prova dei fatti non è andata proprio così: «Questa tipologia di climatizzatori, chiamati "retrofit", dipendono direttamente dai motori, mettendolo sotto sforzo. A tal punto che la scorsa settimana 3 di questi si sono addirittura fusi: ora andranno cambiati con tutti i costi e i disagi del caso», denunciano gli autisti. I quali lamentano anche il fatto che, dopo il fattaccio della settimana scorsa, sono stati ritirati dal servizio ben la metà (una quindicina) di questi modelli Scania.

Il risultato? Su 60 autobus in circolazione in questi caldissimi giorni d'inizio estate quelli quelli refrigerati sono 15, sugli altri è meglio dotarsi di ventagli e bottigliette. «Tra l'altro i bus a rischio rottura sono stati sostituiti con modelli vecchi spesso quasi di 15 anni: inquinanti e con un livello di ergonomia per noi conducenti decisamente peggiorato» si lamenta un altro autista in camicia blu, grondante sudore: «Da quando hanno messo questi impianti posticci a noi l'aria condizionata, che prima almeno al nostro posto era garantita, non arriva più» si lamenta un terzo conducente. Intanto a sudare però sono soprattutto gli utenti delle linee 6, 9 e 10, quelle maggiormente impegnate su percorsi in salita e quindi a maggior rischio di fusione per i motori.

«E pensare che montare il climatizzatore direttamente in fabbrica, al momento dell'acquisto, sarebbe costato solo 15 mila euro e avremmo avuto la qualità garantita dal costruttore. Ora invece ci troviamo con impianti che di euro ne sono costati 17 mila sempre guasti» concordano gli autisti. Senza contare che questa vicenda si trascina dietro anche degli strascichi preoccupanti sulla sicurezza nella circolazione e non solo nel comfort. Innanzitutto perché, anche quando il motore funziona regolarmente, gli Scania climatizzati perdono di ripresa: «Disimpegnare le rotatorie è diventato rischioso perchè i veicoli si muovono con una lentezza sconcertante».

E poi c'è il particolare più preoccupante per la sicurezza dei viaggiatori: «Per montare i compressori di questi impianti sono state tolte due botole di sicurezza presenti sul tetto degli Scania che, pur regolarmente omologati, ora rendono l'uscita dal mezzo eventualmente ribaltato un'operazione decisamente complessa». Un'ulteriore problema per viaggiatori che ieri hanno viaggiato a temperature sui mezzi fino a 32 gradi.

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