Trento

Bus de Vela, torna il divieto ai ciclisti

Transito vietato (ma solo in salita) alle biciclette. Ma questa volta c’è un’alternativa: dal primo maggio parte il bici-bus


di Andrea Selva


TRENTO. Torna il divieto per i ciclisti lungo il Bus del Vela. Non per quelli che scendono in galleria dalla valle dei Laghi verso la città (di cui ci siamo già occupati sul Trentino) ma per quelli che viaggiano in salita, determinati a sfidare le curve fra le rocce e il lungo rettilineo in galleria, con le auto che sfrecciano a pochi centimetri di distanza. Gli operai del servizio strade provinciale hanno già installato la nuova segnaletica che obbliga i ciclisti a fermarsi a Montevideo e suggerisce (sempre che uno non preferisca tornare indietro) di deviare verso Sardagna dove, ai primi tornanti a monte dell’abitato, si incontrano nuove indicazioni per raggiungere Sopramonte (e quindi la valle dei Laghi) attraverso la (ripida, ma completamente rimessa a nuovo) strada di Camponzin.

Un divieto analogo era stato già disposto in passato dalla Provincia, quindi era stato sospeso. Ora torna in vigore, ma c’è una novità: nei prossimi giorni sarà presentato un nuovo servizio di “bici-bus” che sarà garantito fra Trento e Sarche a partire dal primo maggio. I dettagli saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa, ma sappiamo che si tratta di un collegamento sperimentale (destinato a durare almeno tutta la stagione estiva) dedicato ai cicloamatori, ai turisti, ma anche a tutti i trentini che si muovono ogni giorno dalla periferia ovest di Trento verso il centro della città. Un servizio che potrà soddisfare anche gruppi numerosi, che potranno caricare le biciclette su un rimorchio e partire dal capoluogo per raggiungere Sarche evitando i pericoli del primo tratto della Gardesana.

I divieti alle biciclette saranno disposti anche nel tratto fra Vezzano e Terlago dove i ciclisti potranno utilizzare la ciclabile.

La Provincia, Trentino Trasporti e l’Apt di Trento (questi i soggetti che hanno studiato il bici-bus della valle dei Laghi) si preparano a presentare il servizio proprio mentre da Cadine - attraverso una nota del Gruppo La Regola - arriva una richiesta di intervento: «Nell’ultimo decennio la pratica del ciclismo si è indubbiamente diffusa e consolidata. Il cicloturismo è letteralmente esploso, diventando decisamente “interessante” anche per gli esercenti pubblici e gli operatori economici». Ma l’associazione sottolinea anche le carenze della rete delle piste ciclabili trentine che - sebbene molto estesa e capillare - presenta due punti deboli molto gravi: i collegamenti da Trento verso la Valle dei Laghi e verso la Valsugana. «Si tratta di carenze gravi - scrivono nella nota - tali da compromettere seriamente il sistema delle ciclabili trentine». La richiesta - almeno per quanto riguarda il Bus de Vela - è comunque la realizzazione di una pista ciclabile che, per quanto complicata e costosa, appare l’unica soluzione definitiva per garantire i collegamenti ciclistici.

E poi c’è il problema della Valsugana dove comunque è meno impegnativo (rispetto alla situazione del Bus de Vela) raggiungere Pergine attraverso la strada dei Forti (a monte di Civezzano) evitando le gallerie dei Crozi che sono vietate alle biciclette. E poi c’è il treno. Ma anche nel caso della Valsugana è stata sottolineata a più riprese (e da più soggetti) la necessità di garantire un collegamento ciclabile. E anche nel caso della Valsugana (come per il collegamento Trento-Cadine) è stata persa l’occasione di pensare alle biciclette quando sono stati realizzati i nuovi collegamenti stradali.













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