il progetto

Bus de Vela, in attesa del bici-bus il sogno resta la pista ciclabile

Ecco il progetto di viabilità alternativa fra Trento e Cadine Presentato all’epoca dei cantieri, è rimasto in un cassetto


di Andrea Selva


TRENTO. Va bene il bici-bus fra Trento e Sarche (che sarà presentato nei prossimi giorni per garantire il collegamento in bicicletta fra il capoluogo e la Valle dei Laghi) ma ora che è stato ripristinato il divieto ai ciclisti lungo il Bus de Vela (almeno in salita) torna d’attualità anche un “progetto” di pista ciclabile che da oltre dieci anni è fermo in un cassetto. E dire che all’epoca in cui venne presentata dall’associazione

La Regola di Cadine l’ipotesi trovò anche il sostegno - tra gli altri - di Andrea Rudari (che all’epoca era assessore comunale ai lavori pubblici), di Paolo Biasoli (che era presidente della circoscrizione del Bondone) e dell’architetto Pier Da Rì (che era responsabile del servizio ripristino e valorizzazione ambientale della Provincia). Ora La Regola ricorda che quel progetto, studiato per raggiungere Cadine da Trento a piedi o in bicicletta, è sempre a disposizione. Anche se venne predisposto quando ancora si lavorava alla nuova viabilità di Cadine.

Il percorso iniziale

Si parte da Vela, per raggiungere Montevideo lungo la Strada delle Scale che sale attraverso muri in pietra. Pochi conoscono questa passeggiata che si alza sulla città, in via San Giorgio, partendo dall’ex Filanda Salvotti per arrivare infine all’imbocco del Bus de Vela, proprio dove è stato disposto in questi giorni il divieto per i ciclisti (che devono deviare verso Sardagna a meno che non preferiscano lasciar perdere spaventati dalla salita).

Il Bus de Vela

Qui cominciano i dolori, visto che la gola è stretta e ripida, completamente sacrificata alla viabilità automobilistica che pure soffre per la carenza di spazio (è praticamente impossibile fermarsi a lato della strada). Comunque, l’ipotesi prevede di abbandonare la statale della Gardesana dopo una cinquantina di metri (dove è già evidente un bivio) per raggiungere prima la località Maiaro e poi attraversare il torrente Vela e spostarsi sulla sinistra orografica. L’idea è quindi quella di raggiungere (con un percorso ex novo, lungo un chilometro con 100 metri di dislivello) l’ex strada militare che scende dal Sorasass verso l’alveo del Vela. C’è infine un altro “grosso problema” per collegare l’ex strada militare con la vecchia strada (ora abbandonata) che porta al Forte del Bus de Vela: si tratta di un passaggio di circa 300 metri sopra l’attuale statale che è molto complicato.

La pendenza

Da Trento a Cadine ci sono 300 metri di dislivello. Esattamente come da Trento a Pergine (l’altro grande nodo irrisolto nella rete di piste ciclabili trentine). Il problema è che l’ipotesi dell’associazione di Cadine comporta in alcuni tratti pendenze superiori al 6-7 per cento che la Provincia considera il massimo perché una strada possa essere considerata “ciclabile”. Una pendenza che - guarda caso - è esattamente la pendenza massima della ciclabile del Limarò (Sarche–Ponte Arche).

I costi

L’ipotesi è assolutamente preliminare e non prevede una quantificazione dei costi. Sappiamo però che è proprio per motivi di costi (si legga il pezzo accanto) che la Provincia non ha mai preso in considerazione la ciclabile Trento-Pergine (evitando le gallerie dei Crozi) per cui era già pronto un progetto. Come termine di paragone, la ciclabile del Limarò (il cui percorso è stato ricavato dalla vecchia strada) è costata 6 milioni di euro.

I benefici

Sarebbero enormi, soprattutto dal punto di vista turistico: garantire lo sbocco a ovest della ciclabile dell’Adige, completare il giro Trento-Riva del Garda. Per questo la Provincia ha stabilito di far partire il 1° maggio il servizio bici-bus. Ma i sostenitori di questo percorso evidenziano anche la possibilità di collegare (a piedi o in bici) i percorsi del Sorasass e il Forte del Bus de Vela, recentemente ripristinati.

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