Bracconaggio, quattro denunce

Peio, due bergamaschi sorpresi a cacciare il camoscio con due complici locali



PEIO. Dalla Lombardia al Trentino per cacciare di frodo il camoscio, con la complicità dei cacciatori locali. E' accaduto in val di Peio dove gli uomini del Corpo forestale trentino nei giorni scorsi hanno denunciato quattro persone: due bergamaschi e due cacciatori locali (piuttosto noti in valle).

L'operazione di polizia giudiziaria - di cui si è avuta notizia ieri pomeriggio - si è conclusa nei giorni scorsi dopo una serie di accertamenti condotti dagli uomini della stazione forestale di Ossana all'interno della riserva di caccia di Peio.

Secondo quanto è emerso un cacciatore bergamasco, con la complicità dei due trentini (cacciatori di Peio), stava cacciando il camoscio senza il necessario permesso in alta val Comasine, dove i Forestali hanno condotto una serie di accertamenti nel corso di un'intera giornata.

L'uomo avrebbe abbattuto con il proprio fucile due camosci, che in seguito sarebbero stati denunciati dai due compagni di caccia di Peio (che avevano diritto di cacciare). Non è chiaro - ma sarà naturalmente oggetto di ulteriori indagini - se la complicità dei due trentini fosse anche legata a un tornaconto di tipo economico.

Nel corso degli accertamenti gli agenti del Corpo forestale hanno anche accertato l'utilizzo di radio rice-trasmittenti (per cui i cacciatori non erano autorizzati e che comunque sono vietate per l'attività di caccia). Con l'aiuto delle radio infatti un quarto uomo (bergamasco) avrebbe agito in modo da "spingere" i camosci nella direzione dei cacciatori.

Alla fine sono partite quattro denunce penali, assieme alla contestazione delle violazioni amministrative della legge sulla caccia e delle prescrizioni tecniche in materia.

Contestualmente alla denuncia (che non è avvenuta al momento dell'abbattimento dei camosci, ma è partita quando gli animali sono stati denunciati dai due cacciatori trentini) è scattato il sequestro delle armi utilizzate per la battuta di caccia (due fucili), oltre alle radio rice-trasmittenti e naturalmente ai due animali abbattuti illegalmente.

Della vicenda ora si occuperà la procura della Repubblica di Trento, mentre la riserva di caccia di Peio - guidata dal presidente Tullio Vicenzi - dovrà occuparsi di definire la posizione dei due cacciatori denunciati.













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