politica

Bottamedi lascia il M5S e passa al Misto

«Ci ho creduto ma la situazione era insostenibile». Duro attacco di Degasperi: «Ha tradito tutti»


Chiara Bert


TRENTO. Rimossa da capogruppo, accusata dal suo collega Filippo Degasperi di «alto tradimento», Manuela Bottamedi lascia il Movimento 5 Stelle e entra nel gruppo misto. «Un primo passo - spiega - lo considero un passaggio transitorio. Rifletterò a fondo e valuterò se ci sono le condizioni per aderire a un’altro gruppo politico». Nelle prossime ore comunicherà la sua decisione al presidente del consiglio Bruno Dorigatti. Dopo due anni nel M5S, si consuma il finale di una situazione che la consigliera definisce «ormai insostenibile».

Incomunicabilità con il collega di gruppo, Degasperi, con il quale i rapporti erano diventati ormai inesistenti. Rapporto sempre più difficile con il Meetup, che la scorsa settimana, in una riunione a cui hanno partecipato 16 attivisti, ha votato per la sostituzione della capogruppo dal 1° settembre. «È stata lei, esprimendo pensieri suoi non in linea con il programma e con la base, ad essersi messa fuori dal movimento», l’ha attaccata domenica il responsabile del Meetup Cristiano Zanella. A Bottamedi viene addebitato di essere stata molto spesso assente alle attività del Meetup, di essersi rifiutata di pubblicare la rendicontazione delle spese consiliari, di aver aderito al disegno di legge Pd sulle quota rosa.

Lei non ci sta e offre la sua analisi su quanto sta accadendo nel movimento: «C’è stato un primo anno bellissimo, di energia e entusiasmo puri, in cui in gruppo abbiamo partorito un programma. Non eravamo ancora in parlamento, quando ci siamo arrivati è stato un po’ l’inizio della fine, è passata la linea del non dialogo e a Trento abbiamo iniziato a replicarla». «I segnali li ho visti - ammette oggi la consigliera - ma per il ruolo che avevo ho cercato di non fare scelte avventate». Sulla “democrazia della rete” ha le idee chiare: «è il grande limite perché vince chi la spara più grossa, o i più furbi. Il M5S se vorrà sopravvivere dovrà strutturarsi anche gerarchicamente, altrimenti si finisce con le sentenze emesse da chi non ha un’investitura democratica».

Ma la scelta di Bottamedi le ha già scatenato contro una tempesta di accuse. «Ti alzi un giorno e scopri che la persona su cui avevi riposto fiducia cieca sostenendola, difendendola, ma, soprattutto, raggiungendo con lei l'obiettivo che insieme ad un grande gruppo ci si era prefissati, ha preso in giro tutti. Che il lavoro, le serate, i chilometri sono stati solo coreografia di una triste sceneggiata che, umilia i 14mila trentini che, ad ottobre, hanno scelto il M5S», ha postato ieri su Facebook Filippo Degasperi, «e quando il sipario si chiude rimangono solo protagonismo, individualismo, narcisismo». Gli fa eco il deputato Riccardo Fraccaro: «Non è facile essere un portavoce del M5S. Protagonismo, manie di grandezza e denaro ti possono allontare da quello che eri e quello che avevi promesso di essere». Ma Bottamedi non indietreggia: «Stretegia preordinata? Chiunque può dirlo ma chi mi conosce sa che ci ho creduto e ce l’ho messa tutta».













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