Blitz contro l’immigrazione clandestina: 60 indagati

Maxi operazione dei carabinieri di Trento tra Italia, Germania, Grecia e Austria



TRENTO. I carabinieri hanno concluso in Italia, Germania, Grecia e Austria, una vasta operazione, coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Trento, nei confronti di oltre 60 indagati appartenenti ad una presunta organizzazione criminale transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al centro dell’indagine, condotta dal Ros con la cooperazione di Europol e degli organismi investigativi tedeschi e greci, un sodalizio multietnico, costituito prevalentemente da iracheni di etnia curda, che - secondo l’accusa - organizzava e gestiva il trasferimento dei clandestini, dalle regioni settentrionali dell’Iraq, in diversi paesi europei, tra cui l’Italia. Gli investigatori hanno accertato l’ingresso illegale in territorio europeo di circa 1.500 clandestini, anche minorenni, per un giro d’affari stimato di oltre 12 milioni di dollari americani.

Dovevano pagare fino a 16.000 dollari a testa per arrivare nei paesi dell’Ue gli immigrati clandestini curdi iracheni che si affidavano all’organizzazione sgominata dai Ros dei carabinieri nell’operazione ’Iskandar’, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Trento. Dei 1.543 migranti accertati - uomini, donne e bambini - solo una minima parte ha ottenuto l’asilo politico, gli altri sono stati rispediti in Iraq. La prima somma, 8.000 dollari - hanno detto gli investigatori - veniva consegnata nel Kurdistan iracheno al garante del reclutamento, mentre i soldi rimanenti venivano versati ad ogni tappa del massacrante viaggio, via terra o nave, ai mediatori greci e ai passatori italiani tramite i circuiti legali di ’money transfer’ o con compensazione bancaria informale.

Particolarmente pesante era il trasferimento via mare dalla Grecia all’Italia, dove i migranti venivano smistati in quattro basi operative dell’organizzazione, in Friuli, Lombardia, Emilia e Alto Adige, da dove venivano infine trasportati nei paesi dell’Ue attraverso il valico del Brennero. E proprio al Brennero, nel 2008, erano stati fermati alcuni clandestini e un passatore curdo iracheno residente a Bolzano. Episodio da cui è nata l’inchiesta che ha portato all’individuazione dei presunti componenti dell’organizzazione criminale, grazie anche a 159.000 intercettazioni telefoniche. In tutto sono state indagate 62 persone (curdi, iracheni e magrebini), di cui 42 in Italia, paese dove sono stati compiuti tre arresti. «L’indagine - ha sottolineato il conferenza stampa il procuratore capo di Trento, Giuseppe Amato - ha confermato l’importanza, per un un’efficace attività di contrasto del favoreggiamento all’immigrazione clandestina, di un’adeguata cooperazione internazionale, giudiziaria e di polizia».













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