Bleggio, la noce torna star con l’agricoltura biologica

A Cavrasto il giovane Antonio Zambotti ha vinto un premio di 35 mila euro Ha ereditato passione e azienda dal nonno, la produzione annua è di 4 quintali


di Graziano Riccadonna


BLEGGIO. L'agricoltura biologica, compiuti i suoi primi passi, ora si impone anche alle nuove leve.

È il caso di una nuova azienda agricola bleggiana biologica, che ha ottenuto in questi giorni il premio di primo insediamento per giovani agricoltori pari a 35.000 euro.

Un premio andato alla nuova azienda orticolo-biologica di Cavrasto (Bleggio Superiore), in base alla misura 112 del Psr, il Piano di Sviluppo rurale. Titolare è Antonio Zambotti, nome d'arte in quanto suo nonno Enrico Caliari era già salito agli onori della cronaca come primo valorizzatore della noce bleggiana, negli anni sessanta del secolo scorso.

«Dopo i primi tentativi, adesso vogliamo fare tutto biologico», dichiara accogliendoci nella sua nuova azienda, ereditata dalla madre Angela, Antonio Zambotti insieme con la moglie Ileana Guetti e due dei loro 3 figli.

«E' un'utopia voler coltivare la campagna senza i trattamenti - aggiunge - ma i trattamenti biologici sono sicuramente adatti al bisogno, e noi dallo scorso anno facciamo tutto biologico». Nato nel 1973, frequentato l'istituto di San Michele all'Adige, Antonio ha fatto per qualche tempo il piastrellista, poi ha riscoperto la vecchia azienda domestica del nonno, e soprattutto le iniziative di Cornelio Caliari Tonin a favore delle noci. La riscoperta della noce bleggiana è merito suo, addirittura il nonno era andato in Francia per studiare il frutto e riportarne i metodi di coltivazione.

Attualmente la produzione è calata parecchio, aggirandosi in valle sulla trentina di quintali, in quanto non praticata. «Una volta nelle Esteriori si producevano fino a 1800 quintali, con commercializzazione su tutta l'Italia -ricorda Antonio - Il motivo del successo della noce bleggiana è il suo sapore: piccola e resistente, rispetto alle grosse noci francesi Franquet, la nostra noce può avere un ruolo nella cucina tradizionale per via del suo sapore e della adattabilità a vari dolci».

L'azienda di Antonio quest'anno ne produce solo 4 quintali, per via della stagione non propizia. Ma è attrezzata in tutta la componentistica, come ci viene illustrato: raccolta con pertiche o motore, cernita, lavaggio, azione del seccare, essicatoio per 24 ore. «La noce bleggiana non richiede particolari cure precisa Zambotti - solo ha bisogno di un clima di metà montagna, freddo ma non polare, unitamente a tanto sole e aria pulita: condizioni ideali che si trovano nelle Esteriori». Per il mercato, si conferiscono i prodotti biologici alla Valle di Gresta: oltre alle noci, vari tipi di ortaggi come zucchine, patate, fagiolini, insalata e rapa rossa.

Quale futuro per un'azienda biologica? «Per uscire dalle secche speriamo nel Piano di Sviluppo rurale e nella domanda di concessione di un laboratorio per la lavorazione dei prodotti. La plaga del Bleggio è l'ideale per questa nuova agricoltura, sarebbe un peccato non poter realizzare i nostri sogni», rispondono all'unisono Ileana e Antonio.













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