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Bancomat clonati, prelievi dal Nepal

Gli skimmer in azione in via Manci e via Travai nel periodo natalizio. I dati usati solo lunedì scorso. Decine di derubati



TRENTO. Le clonazioni nel periodo fra Natale e Capodanno e i prelievi a distanza di più di due mesi, lunedì scorso per la precisione. Una banda ben organizzata quella che ha alleggerito i conti correnti di decine di trentini vittime di una clonazione «di massa». Un’incursione nel sistema informatico della Cassa Rurale di Trento (lo sportello fra via Travai e piazza Fiera) e della Cassa di Risparmio di Bolzano (filiale di via Manci) che ha riguardato più di cento tessere bancomat, ma al momento le denunce presentate alle forze dell’ordine sono nell’ordine di una cinquantina. Con prelievi che sono stati fatti in Nepal.

I «derubati» hanno scoperto quello che è successo, grazie ad sistema di allerta che avverte, via sms, quando vengono fatti dei prelievi che posso apparire sospetti. Ad esempio se avvengono in uno stato estero. Ed è questo il caso. Una serie di prelievi di cifre che variano fra i 60 e i 200 euro eseguiti tutti in Nepal ed eseguiti tutti il sei marzo. Prelievi ai quali sono corrisposte richieste di blocco del bancomat e relative denunce. E sono iniziate le verifiche per capire dove e quando le clonazioni sono state fatte.

Incrociando i dati relativi alle tessere usate per i prelievi illegali, si è così scoperto che la duplicazione è stata fatta nel periodo compreso fra il 24 dicembre - vigilia di Natale - e il primo dell’anno. Un momento di spese e di prelievi importanti quello delle feste che ha permesso ai malviventi di avere i dati di tantissimi bancomat. Come hanno fatto? Con il «vecchio» skimmer. Un metodo che sembrava passato di moda grazie anche ad una serie di accorgimenti che avevano reso più difficili le incursioni. La bocchetta verde che si trova sui bancomat (dove viene inserita la tessera) aveva complicato la vita dei clonatori. Che ora però pare abbiano trovato il metodo per riuscire comunque ad acquisire i dati che servono per creare carte «fasulle» e permettere i prelievi illeciti.

Dati che in qualche modo sono arrivati in Nepal dove, a distanza di due mesi abbondanti, sono stati utilizzati per una serie di prelievi. Un lasso di tempo importante quello fra clonazioni e prelievi che, forse, non è casuale. A quanto pare, infatti, non sarebbero più disponibili le immagini della videosorveglianza che si trova su ogni sportello. E quindi non c’è la possibilità di individuare almeno la sagoma (e quindi aver qualche indizio) di chi ha tolto la bocchetta verde per sostituirla con una uguale in tutto e per tutto. Ma con lo skimmer integrato. Un ritorno, quello delle clonazioni, dopo anni in cui segnalazioni di questo tipo non ce ne erano più. (m.d.)

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