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Bagni chiusi nella stazione dei bus, è subito caos e malumori

L’accesso è per chi ha la Smart card anziani e per donne e bambini. Al Vega Service perplessi: «Ma i turisti e gli stranieri?»


di Daniele Peretti


TRENTO. A nemmeno un giorno dalla chiusura dei bagni pubblici dell'autostazione, i titolari di Vega Service, il servizio ristorazione, sono stati costretti a collegare l'uso dei servizi alla consumazione.

L'accesso alla toilette resta libera per gli anziani, ma devono avere con se la "smart card anziani" che però i turisti non posseggono. Poi ci sono gli stranieri, quelli regolari, in transito ai quali non è per nulla facile spiegare sia perché l'autostazione non abbia i bagni, come indicare le possibilità alternative che sono quelle dalla vicina stazione ferroviaria e di piazza Dante, entrambe a pagamento.

Maria Teresa Rigotti: «La situazione era ormai ingestibile. Pensi che i nostri bagni, ai quali si accede con la chiave e con un pulsante che dobbiamo premere da dietro il banco, ce li hanno distrutti due volte. Abbiamo dovuto rifare le porte, sostituire le maniglie che venivano regolarmente rubate e non parliamo del consumo incontrollato di carta igienica e sapone».

L'obbligo della consumazione al Vega Service, può essere una soluzione?

«Non del tutto, perché come esercizi pubblici siamo obbligati a mettere a disposizione i bagni. Ovvio che per le persone anziane e le donne con bambini l'accesso è libero; ma blocco i tossici e i loro traffici».

Traffici che interessavano anche i vostri bagni, che sostanzialmente sono privati?

« Certo, sono quelli di piazza Dante che entrano e vorrebbero fare i loro bisogni senza regole. Ci sono i tossici che gravitano in questa zona che ci provano, poi ci sono gli zingari sempre alla ricerca di bagni dove lavarsi completamente».

Dopo che nelle toilette della biblioteca hanno messo il video citofono, con i bagni della stazione a pagamento, quelli dell' autostazione erano gli unici rimasti liberi. Ma sotto questo aspetto la presenza costante della guardia giurata non è servita a nulla?

«E' indispensabile per mantenere sotto controllo la situazione nel suo insieme e per allontanare quelle persone che possono creare problemi. Purtroppo - risponde Gianni Gravante titolare di Trento Shop all'interno dell'autostazione - per l'accesso e l'uso dei bagni non si può far nulla. Più di una volta sono stati chiusi perché gli scarichi erano otturati da siringhe e materiale accessorio, oppure per riparare i danni».

Favorevole anche il personale di pulizia: «Non è sempre così, ma spesso dobbiamo raccogliere delle schifezze che penso sarebbe giusto rifiutarci di pulire, a parte il pericolo di tutti i giorni perché aghi e siringhe sono ovunque». A fianco dei pareri favorevoli, le critiche: «Semplicemente ridicolo. Ma quante sono le stazioni in Italia che non hanno i servizi. Questa mattina - ci dice il titolare di un'attività commerciale - ho dovuto spiegare ad un turista inglese che non poteva andare in bagno tra un cambio corsa e l'altro, ma che figura ci facciamo?».

Si diceva della smart card. Ieri abbiamo visto un anziano provarci, agitarsi e alla fine rinunciare. E' tornato con la guardia giurata, ma quel lettore tenuto insieme con lo scotch, non funzionava. Alla fine è arrivata l'addetta delle pulizie con la chiave, ma quando la porta si è aperta, l'anziano signore se ne è andato spazientito.

Non mancano le proposte. Accesso a pagamento, con il ticket scalabile su un acquisto nei negozi dell'autostazione. Oppure un lettore non collegato alla Smart Card Anziani, ma al codice a barra dei biglietti dell'autobus.

Ma anche un servizio simile a quello dei bagni delle autostrade: un addetto che pulisce e sorveglia. Il provvedimento di chiusura, sarà definitivo? Impossibile dirlo, di certo la situazione esistente richiedeva un provvedimento drastico. Anche se la soluzione non sembra delle migliori.













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