Azzardo, c’è la legge: slot via dalle sale giochi

Quelle nel raggio di 300 metri dai luoghi sensibili andranno rimosse entro 5 anni Possibilità di deroghe previste solo per gli esercizi situati nei piccoli Comuni



TRENTO. Una svolta che può definirsi epocale nell’affrontare una piaga sociale che ha assunto, anno dopo anno, dimensioni sempre più importanti. Le slot machine dovranno essere eliminate non solo da i piccoli esercizi ma anche dalle sale giochi situate entro un raggio di 300 metri dai “luoghi sensibili”. Questa la novità importante introdotta ieri nel disegno di legge per “la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco”, approvata all’unanimità dal consiglio provinciale. Una vittoria per il fronte anti-azzardo, che dovrà però accettare una dilatazione dei tempi (da 3 a 5) entro i quali i gestori avranno l’obbligo di adeguarsi e la possibilità, per i Comuni piccoli, di prevedere deroghe per i piccoli esercizi che si sostengono anche con gli introiti delle slot.

In discussione c’era il testo unificato dei disegni di legge proposti da Walter Viola (Progetto Trentino) e da Violetta Plotegher del Pd. I lavori erano iniziati con una sospensione chiesta da Viola per definire alcuni emendamenti risolutivi del problema attorno al quale ieri sera si era incagliata la discussione in aula.

Il consigliere ha spiegato che tenuto conto delle osservazioni di Fugatti, vi sono state verifiche sull'articolo 5 circa il rischio di penalizzare i piccoli esercizi come i bar e di favorire solo le sale gioco. Per sciogliere il nodo gli emendamenti proposti da Viola, sottoscritti da molti consiglieri e poi approvati, hanno introdotto due importanti modifiche al testo. La prima prevede lo slittamento da tre a cinque anni dei tempi entro cui rimuovere le slot machine in tutti i locali situati entro un raggio di 300 metri da luoghi sensibili (scuole, ospedali centri anziani, centri sportivi frequentati da giovani, chiese) compresi – e questa è la maggiore novità – anche le sale gioco che fino a ieri erano escluse da quest'obbligo. L'altro emendamento proposto da Viola e accolto dall'aula permette ai piccoli Comuni in cui esiste un unico bar con apparecchi da gioco, la possibilità di prorogare ulteriormente il termine di cinque anni per la rimozione delle macchinette.

Condividendo questi emendamenti Maurizio Fugatti (Lega) ha ritirato i propri “perché ora si stabiliscono regole uguali per tutti eliminando i privilegi per le sale gioco”.

Accolto anche un emendamento proposto da Violetta Plotegher per assoggettare alla nuova legge sia gli esercizi commerciali che gli esercizi pubblici. La consigliera ha anche evidenziato l'emendamento da lei proposto per togliere i contributi pubblici agli esercizi che installeranno apparecchiature da gioco.

Una legge «coraggiosa», come ha affermato il capogruppo del Partito democratico Alessio Manica. Che a chi teme una valanga di ricorsi da parte dei gestori delle sale giochi risponde sottolineando come una sentenza emessa in Alto Adige ha ritenuto la regolamentazione analoga locale ammissibile poiché fa prevalere l’interesse pubblico sui diritti degli imprenditori del settore.

Qualche dubbio sul disegno di legge è stato espresso da Civettini, che ha chiesto perché chi tra gli operatori ha scelto di non avere macchinette da gioco nel proprio locale ha subito un aumento anziché uno sgravio dell'Irap.

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