giustizia

Azienda truffata dal finto funzionario di banca

Una ditta di Romagnano ignara protagonista di un bidone da 85 mila euro



TRENTO. Con la crisi, si sa, gli ordinativi calano e le aziende pur di lavorare sono meno prudenti. Però rischiano di incappare in ogni tipo di truffe e bidoni. Il rischio di vendere a clienti che poi non pagheranno la merce è sempre dietro l'angolo. Per questo le aziende si sono fatte prudenti. Prudenza che non è bastata a un'azienda di Romagnano che vende collettori e impianti di riscaldamento a pannelli solari per piscine.

Un'azienda che fornisce gli impianti in tutta Italia e che si è vista vittima di una truffa da 85 mila euro organizzata da due calabresi che devono aver avuto anche degli appoggi in una banca locale dove erano stati definiti come soggetti solvibili tanto che l'istituto di credito aveva emesso in loro favore una fidejussione che, però, poi si è rivelata falsa. Adesso i due, Giovanni Romeo, 47 anni di Roccaforte del Greco in provincia di Reggio Calabria, e Giovanni Callisto, 44 anni di Vibo Valentia, sono finiti sotto processo a Trento con l'accusa di truffa.

Tutto ha inizio quando la titolare dell'azienda di Romagnano riceve una telefonata dalla Calabria. A chiamare è Romeo che dice di aver visto degli impianti di riscaldamento per piscine montati in Calabria dall'azienda trentina e chiede un preventivo per un impianto simile per le piscine di un villaggio turistico per dei clienti russi che la sua impresa stava, a duo dire, finendo di costruire sulla costa calabrese.

Dopo un lungo scambio di mail e telefonate. Il calabrese ha inviato per raccomandata una fidejussione rilasciata da una banca di Crotone. L'imprenditrice ha cercato su internet il numero della banca e ha chiamato chiedendo del funzionario indicato nella fidejussione. E’ stata rassicurata. Peccato che quel funzionario non esistesse.













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