Autobus, in arrivo gli spot anti-portoghesi

La Provincia lancia una campagna d'informazione contro gli «evasori» del biglietto


Robert Tosin


TRENTO. Lancia in resta contro i portoghesi. L'assessore ai trasporti Pacher ha deciso di incrementare la lotta contro chi non paga il biglietto dell'autobus promuovendo una campagna pubblicitaria stile "Agenzia delle entrate", mettendo all'indice il parassita e dando la sveglia a chi invece il biglietto lo paga, anche per chi si fa trasportare gratis. Il vizio di salire sull'autobus senza il relativo titolo di viaggio (abbonamento, biglietto, tessera a scalare) costa alle casse trentine circa mezzo milione di euro all'anno e riguarda il 4% dei passeggeri del trasporto urbano (in quello extraurbano è praticamente a zero). Una percentuale che, nel contesto nazionale, in fondo non è nemmeno stratosferica ma che comunque alla fine dell'anno va ad incidere sui bilanci e contribuisce alla formazione delle tariffe. Il minor introito, infatti, va per forza spalmato sul costo del servizio provocando quindi il rincaro delle corse.

Ecco perché la promozione punterà su questo aspetto: chi paga correttamente e onestamente il biglietto deve sapere che sta pagando anche la quota di chi invece evade. Al di là del sussulto etico, dunque, dovrebbe scatenare anche quella fastidiosa rabbia nei confronti di chi fa il furbo, provocando anche una maggiore attenzione sociale a un fenomeno che si vorrebbe sradicare per quanto possibile. La campagna pubblicitaria dovrebbe servire proprio a questo, accanto agli altri sistemi di lotta ai portoghesi. L'assessore Alberto Pacher è soddisfatto, per esempio, dell'ultima trovata, e cioè quella di costringere i passeggeri a salire dalla porta anteriore in determinate fasce giornaliere in modo da sottoporsi, se vogliamo dirla così, all'occhio dell'autista. Che, in questa situazione, svolgerebbe anche una funzione di controllo. La novità aveva causato qualche malumore proprio tra gli autisti, caricati di un ulteriore compito con la paura di rallentare il servizio. Ma, dice l'assessore, la sperimentazione ha invece dato buoni risultati e si intende proseguire sulla strada segnata.

«Abbiamo verificato - dice Pacher - che la misura adottata qualche mese fa di far salire la sera e nei festivi gli utenti dalla sola porta anteriore non ha creato particolari problemi ed è quindi naturale immaginare di proseguire con questa esperienza. Il problema principale dell'evasione si registra per la maggior parte nel settore del trasporto urbano. Più difficile, infatti, salire senza biglietto sugli autobus extraurbani, anche perché spesso accanto all'autista c'è anche un controllore. In città, invece, la verifica è assai più difficile, ma non per questo trascurata da Trentino trasporti. In un anno vengono controllate alcune centinaia di migliaia di passeggeri sui quasi 50 milioni che usano i mezzi pubblici in Trentino. «L'autobus - ha detto ieri l'assessore Pacher - deve divenire luogo di un servizio ad appannaggio degli onesti. Stiamo pensando ad una campagna di sensibilizzazione stile Agenzia delle entrate che punti a spiegare che chi sale senza validare od obliterare il biglietto sta letteralmente facendo pagare il suo viaggio ad altri utenti».

L'investimento sul trasporto pubblico è una delle priorità della giunta, ma lo è altrettanto il giusto equilibrio tra spese e ricavi, visto che tendenzialmente il servizio dovrebbe in buona parte essere economicamente sostenuto dai fruitori. Un punto di forza sarà l'aumento dell'interconnessione con il trasporto su rotaia. Il passaggio della Valsugana alla diretta gestione provinciale potrebbe trasformare la tratta cittadina in una sorta di metro che potrebbe affiancarsi al trasporto urbano su gomma. Accantonato del tutto, invece, l'ardito progetto di un filobus per il collegamento nord-sud all'interno della città. Il Comune non lo vuole perchè comporta troppo spreco di territorio con le corsie dedicate. La Valsugana, invece, potrebbe essere modificata allo scopo, con nuove fermate a sud.













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