Attentato, gli anarchici «festeggiano»

In una lettera gli antagonisti plaudono alle bombe al tribunale, ma non le rivendicano. Intanto si indaga per eversione



TRENTO. Ora c’è anche l’aggravante dell’eversione. Si fa più pesante, per il reato contestato, il fascicolo aperto dalla procura sull’attentato di martedì mattina al palazzo che ospita il tribunale di sorveglianza. Agli autori - che sono ancora definiti come «ignoti» - viene contestato il danneggiamento aggravato, la fabbricazione di un ordigno esplodente e l’esplosione in luogo pubblico con l’aggravante della finalità di eversione. «Non solo i danni - ha spiegato il procuratore capo Amato - ma anche il bersaglio legittima la contestazione dell’aggravante dell’eversione» E mentre gli investigatori stanno cercando di raccogliere tutto il materiale possibile per cercare di capire chi sia stata a posizionare la pentola a pressione con la bombola di gas da campeggio che hanno provocato il boato, gli anarchici festeggiano. Lo spiegano loro stessi in una sorta di comunicato che è apparso ieri sul sito informa-azione ma che porta la data del 28, ossia del giorno dell’attentato. Un lungo scritto che non è una rivendicazione ma che spiega il perché, fra tutti gli obiettivi possibili, sia stato scelto proprio il tribunale di sorveglianza. Iniziano quasi con una cronaca di quello che è successo. «Questa mattina all'alba, nei locali del tribunale di sorveglianza di Trento, circolava l'aria. Qualche anonimo - scrivono nella lettera che viene firmata dalle anarchiche e gli anarchici di Rovereto - verso le 5 (orario in cui nessun passante poteva venir coinvolto), aveva fatto esplodere una pentola a pressione con dentro una bomboletta di gas, distruggendo lamiere e vetrate. Questa volta non abbiamo letto la notizia sui giornali, ma sul verbale di perquisizione della Digos. A metà mattina, infatti, la polizia politica si è presentata in quattro appartamenti di compagne e compagni, perquisendo poi anche gli spazi anarchici El Tavan di Trento e La nave dei folli di Rovereto. Con il solito articolo 41 Tulps: “ricerca di armi ed esplosivi”. La notizia delle perquisizioni è uscita in “tempo reale” sui quotidiani in rete, ma non da sola. In una manciata di ore, Cgil, Cisl e Uil avevano già steso un comunicato di condanna dell'attentato e di solidarietà ai magistrati. E poi, nell'ordine, videointerviste e comunicati del presidente della Provincia, del presidente del Consiglio provinciale, del Procuratore capo della Repubblica, del presidente del tribunale di sorveglianza e di svariati politici. Persino il Consiglio provinciale si era aperto in mattinata con un discorso di condanna del gesto e di solidarietà ai magistrati (e già che c'erano, anche alla Lega Nord, di cui qualche notte fa sono andati in frantumi i vetri della sede). Insomma - continua il comunicato degli anarchici - un coro di unanime, immediato e solerte servilismo». Non rivendicano dunque quello che è successo ma spiegano perché nel mirino c’era il tribunale di sorveglianza. «Non ci interessa sapere chi ha compiuto l'azione contro gli uffici giudiziari. Ciò che sappiamo per esperienza è che il tribunale di sorveglianza e i suoi magistrati sono l'istituzione e le figure più odiate dai detenuti e dai loro familiari. Questi funzionari hanno trasformato in premio ciò che dovrebbe essere automatico per migliaia di prigionieri: la concessione dei giorni di liberazione anticipata e di misure cosiddette alternative al carcere. Dietro gli atti di autolesionismo o i suicidi in prigione c'è spesso proprio una decisione di un magistrato di sorveglianza. Non ci risulta che politici e sindacalisti siano così solerti a condannare i pestaggi dei secondini o i provvedimenti staccacollo ai danni dei poveri in cui consiste il “lavoro” dei magistrati. Questa mattina all'alba, nei locali del tribunale di sorveglianza, circolava l'aria. Scommettiamo che in carcere, quando è arrivata la notizia, si è festeggiato. Lo abbiamo fatto anche noi, a dispetto di Digos, magistrati, politici e sindacalisti».

Questo il testo ed è facile pensare che entrerà a far parte del fascicolo sull’indagine.

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