L'intervista

AstroSamantha: "Ho vissuto una grande esperienza umana"

L'astronauta racconta le emozioni che ha vissuto nello spazio e la lenta riabilitazione



TRENTO. C'è qualcosa che i sette mesi vissuti tra le stelle hanno cambiato per sempre in Samantha Cristoforetti perchè guardare la Terra dalla Stazione Spaziale è una "grande esperienza". Lo ha detto all'Ansa l'astronauta trentina dell'Esa. «I 400 chilometri che separano la Stazione Spaziale dalla Terra non sono molti, di per sè, ma quando sei lassù la Terra sembra lontanissima», ha osservato Sam.

La missione Futura, dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l'ha impegnata moltissimo ma il tempo libero che è riuscita a ritagliarsi ha voluto trascorrerlo soprattutto guardando la Terra dalla Cupola, la grande finestra della Stazione Spaziale. «Da lì - ha aggiunto astroSamantha - in pochi minuti fai il giro del mondo, ti rendi conto di quante storie e di quante vicende umane stanno accadendo là sotto. Allora cominci ad osservare le cose umane con un senso di grande comunanza. Da fuori ti rendi conto che, nonostante tante storie diverse, alla fine la maggior parte dell'esperienza umana è qualcosa di condiviso da tutti».

Grazie a questa esperienza, ha aggiunto, adesso «mi sento più tranquilla e meno propensa a cercare litigi. Si relativizzano i confini e i problemi e la sensazione più forte è quella di vivere tutti la stessa esperienza umana». Guardando la Terra dalla Stazione Spaziale «vedi la curvatura e ti rendi conto che è una sfera cha si muove nello spazio: di fatto - ha osservato - è un'astronave, così come la Stazione Spaziale è un avamposto dell'umanità nello spazio».

Se in futuro dovesse tornare nello spazio, in un'altra missione, AstroSamantha vorrebbe dedicare ancora più tempo alla scienza con esperimenti "artigianalì e fai-da-te", da aggiungere come un passatempo piacevole alle oltre 200 attività scientifiche programmate a bordo della Stazione Spaziale. "Se dovessi rifare una missione lunga, andrei su più preparata per fare piccoli esperimenti scientifici personali. A volte - ha osservato l'astronauta - si riesce a combinare un obiettivo personale e piacevole, come questo, con un obiettivo educativo. È bello progettare piccoli esperimenti che puoi fare e dei quali non sai quale sarà il risultato: nella mia missione ho fatto qualcosa del genere ed è stato molto interessante".

"Mi sono ripresa e tutto è andato benissimo. Sto bene, anche se la riabilitazione è abbastanza lunga, può durare settimane se non mesi, perchè devono risvegliarsi muscoli che non erano abituati a lavorare, bisogna ricostruire massa muscolare, soprattutto bisogna lavorare sui tanti muscoli che stabiliscono la postura. Adesso, ad esempio, è faticoso stare seduta dritta".

Il ritorno degli Stati Uniti alla capacità di portare uomini nello spazio, insieme a Russia e Cina è, per Sam, uno "sviluppo molto positivo" e "un passo in avanti tecnologico, rispetto alla Soyuz", la navetta russa che l'ha portata sulla Stazione Spaziale. "È un veicolo che amo, ma che ormai ha i suoi anni: è ora di andare avanti".













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