anziani

Assistenza, in Trentino (almeno) 6 mila badanti

Donne, straniere e di età sempre più avanzata: il sistema si regge ancora su di loro. Nel registro provinciale 395 iscritte


di Andrea Selva


TRENTO. In Trentino ci sono 4.500 dipendenti delle case di riposo e altri 4.400 dipendenti dell’amministrazione provinciale, ma c’è un gruppo ancora più numeroso di lavoratrici, che ogni giorno dà risposta a un bisogno fondamentale: le badanti. Ufficialmente all’Inps ne risultano oltre 6 mila, ma secondo altre stime ce ne sarebbero oltre 7 mila, impegnate a dare assistenza a migliaia di anziani non autosufficienti. Sono passati gli anni (complicatissimi) dell’immigrazione clandestina in massa e del nero selvaggio (di cui molte famiglie trentine hanno pagato il conto) ma le badanti, in massima parte donne straniere, sono sempre un soggetto fondamentale dell’assistenza agli anziani. Secondo l’Inps sono ogni anno in lieve aumento, ma non troverete nessuno in grado di quantificare quante siano in realtà le badanti in Trentino, in un mondo dove il “passaparola” è ancora la prima via di accesso e dove il contratto (sono colf o assistenti?) non aiuta a fare chiarezza.

Il registro

Da poco più di un anno è attivo il registro delle badanti che ora vede iscritte 378 donne e 17 uomini residenti in Trentino, con un titolo di studio coerente con l’assistenza o almeno una precedente esperienza lavorativa. Le badanti iscritte al registro (che è pubblico e consultabile sul sito internet di Trentino sociale) sono quelle con cui può essere utilizzato l’assegno di cura, strumento su cui la Provincia di Trento ha stanziato 10 milioni di euro nel 2015. Un’occhiata al registro indica che il 40% delle iscritte si dice pronta a lavorare subito.

Chi sono?

Secondo l’Inps la maggior parte delle badanti proviene dall’Europa orientale. E Laura Castegnaro, direttrice dell’ufficio innovazione delle politiche sociali provinciali, riscontra la stessa situazione nel registro provinciale: «Il gruppo più numeroso sono le rumene (105), poi le italiane (78), le ucraine (53), le bulgare (40), le moldave (35), le polacche (16), le marocchine (13) e le donne di Ecuador e Perù (7)». L’età media è elevata: il 40 per cento di queste donne ha più di 50 anni e sono sempre frequenti i casi di donne che lasciano marito e figli (con gravi conseguenze sui loro equilibri familiari) per spedire a casa i soldi guadagnati in Italia. Generalmente poco più di mille euro netti al mese.

La tendenza

Sono più gli anziani assistiti dalle badanti rispetto a quelli (4.500) ospiti delle Rsa trentine. La crisi economica finora non ha modificato gli equilibri: le famiglie continuano a pagare per l’assistenza. Ma ci sono due grandi interrogativi: le famiglie del nord Europa (che possono pagare di più le badanti rispetto agli italiani) e il miglioramento delle condizioni di vita: se nell’est Europa miglioreranno le condizioni di vita, diventerà difficile trovare badanti disposte a lavorare nell’Italia in crisi.













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