Assegni familiari, il 30% in buoni per i servizi. I risparmi al welfare

Sindacati cauti sulla novità proposta dalla Provincia: «Attenti a non essere troppo invasivi» Si parte con trasporti e mense scolastiche, ma aperti a introdurre altri servizi come quelli sportivi


di Chiara Bert


TRENTO. Alla fine la quota vincolata, ed erogata in voucher, dei «nuovi» assegni al nucleo familiare sarà il 30%, e non il 50% come nella proposta iniziale della giunta provinciale. Dal 1° gennaio 2017 le famiglie beneficiarie (circa 28 mila in Trentino) riceveranno il 70% dell’assegno in denaro e il 30% in buoni per l’accesso dei minori ai servizi. Quali? Si parte con trasporti e mense scolastiche, ma la lista è aperta ad integrazioni, per esempio ai servizi in campo sportivo o della socialità.

Sono queste le principali novità emerse dall’incontro che l’assessore provinciale Alessandro Olivi ha avuto ieri con i sindacati. Sul tavolo la rivoluzione dei sussidi pubblici che Piazza Dante vuole far partire dall’anno prossimo: una parte del reddito di garanzia e dell’assegno al nucleo familiare non saranno più erogati in soldi ma in voucher. «Una scelta - ha spiegato Olivi (Trentino di ieri, ndr) - motivata dalla volontà di responsabilizzare i beneficiari dei sussidi, per far sì che le risorse pubbliche vadano a rispondere a veri bisogni e oltre alla marginalità materiale combattano anche la marginalità sociale. E un modo per indirizzare meglio le politiche provinciali».

Da parte di Cgil, Cisl e Uil è arrivato un invito alla cautela: «Per alcune politiche, come l’assegno di cura, l’erogazione in buoni di servizio è utile e opportuna perché si tratta di un sostegno legato alla non autosufficienza», hanno spiegato. «Nel caso dell’assegno al nucleo familiare, che riguarda circa 28 mila famiglie in Trentino, molte del ceto medio, bisogna stare attenti a non essere troppo invasivi rispetto alle scelte delle famiglie». Nel merito, i sindacati hanno ottenuto che la quota in voucher si fermi al 30% e che la lista dei servizi sia aperta: «Ci sono famiglie per esempio che non utilizzano il trasporto pubblico per i figli perché abitano vicino alla scuola, dovremo pensare ad allargare le possibilità, per esempio servizi sportivi o altri servizi per l’infanzia». Nel protocollo che sarà siglato tra Provincia e organizzazioni sindacali sarà contenuto l’impegno - già anticipato da Olivi - che i risparmi ottenuti con il nuovo sistema saranno reinvestiti in politiche per le famiglie, a partire dal sostegno a quelle con un solo figlio che oggi sono penalizzate rispetto alle famiglie con più figli a carico.

La delibera sull’assegno familiare arriverà in giunta già la prossima settimana, in tempo per l’avvio delle domande Icef, mentre per quanto riguarda il reddito di garanzia i tempi saranno più lunghi: la prossima settimana l’assessore Olivi sarà al ministero per capire come armonizzare il sussidio provinciale con il nuovo assegno di povertà statale (Sia).

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