Arriva Renzi, ma molti big attendono

Dopo Pacher, anche Olivi con il sindaco di Firenze. Scalfi e Borgonovo Re per Civati. Nicoletti e Pinter non si schierano


di Chiara Bert


TRENTO. Matteo Renzi arriva oggi a Trento (ore 15.30, sala della Cooperazione di via Segantini) per sostenere la campagna elettorale del Pd per le provinciali del 27 ottobre, e ci arriva a due giorni dal lancio, da Bari, della sua campagna per la segreteria del Pd. Due appuntamenti che si intrecciano, quello del voto trentino e quello del congresso nazionale dei Democratici. Ed è proprio questa concomitanza a far sì che la lista più lunga, tra i dirigenti locali del Pd, sia quella di chi per il momento preferisce non schierarsi tra Renzi, Cuperlo e Civati (c’è anche Gianni Pittella, ma qui i più non sanno neanche chi sia).

I renziani. Certo, va detto che si è allungato anche lo schieramento dei sostenitori del sindaco di Firenze. Andiamo con ordine. Lo scorso novembre, alle primarie per la premiership del centrosinistra con Bersani e Renzi candidati, i renziani erano in minoranza tra i dirigenti del partito: c’erano il senatore Giorgio Tonini, tra i consiglieri provinciali il capogruppo Luca Zeni, Andrea Rudari, Margherita Cogo e Sara Ferrari, e poi il sindaco di Rovereto Andrea Miorandi e l’ex deputato Gigi Olivieri. Oggi per Renzi segretario del Pd ci sono anche ex bersaniani. Il primo è stato il presidente della Provincia Alberto Pacher, che nell’intervista di qualche giorno fa al «Trentino» ha dichiarato di essere a favore del ticket Renzi segretario-Letta premier. Oggi prende posizione anche il capolista del Pd Alessandro Olivi: «Con Renzi si vince ma questo non basta per schierarsi con lui. Se il primo Renzi parlava più all’esterno del Pd, con una proposta più dirompente, c’è un secondo Renzi che finalmente parla anche e sempre di più al popolo del Pd e questo mi convince. La sua figura rappresenta in questo momento quella capacità espansiva che al partito è fin qui mancata, anche se - aggiunge Olivi - sono convinto che in Trentino dovremo costruire una nostra proposta non appiattita su quella nazionale, portando il valore della nostra esperienza di 15 anni di governo». E anche l’ex assessore comunale alla cultura (e candidata) Lucia Maestri vede vincente l’accoppiata Renzi-Letta.

I civatiani. Pippo Civati, ex consigliere regionale lombardo e oggi deputato del Pd, viene considerato il candidato più outsider ma negli ultimi mesi, nella navigazione difficile del Pd, il pontiere del dialogo con i grillini ha raccolto attorno a sè molti consensi tra i contrari alle larghe intese con Berlusconi. In Trentino i suoi sostenitori sono già organizzati, lo hanno invitato più volte, l’ultima la settimana scorsa, e hanno recentemente aperto anche un profilo Twitter. Tra loro ci sono il segretario del Pd cittadino Vanni Scalfi e Andrea Pradi, ma vicine a Civati sono anche due delle candidate democratiche, l’ex difensore civico Donata Borgonovo Re e l’ex assessore comunale alle politiche sociali Violetta Plotegher.

Pro Cuperlo. Decisamente meno visibili, per ora, i sostenitori di Gianni Cuperlo. Di certo c’è l’ex deputata Laura Froner, da sempre vicina a Massimo D’Alema (grande sponsor dell’ex segretario della Fgci), che si è offerta di fare da referente per la sua mozione in Trentino. Nessuno però si è mosso per raccogliere firme di sostegno.

Attendisti. L’impressione è che molti, tra i dirigenti (soprattutto quelli pro Bersani alle ultime primarie), preferiscano non prendere posizione fino al 27 ottobre. Lo dice chiaramente il presidente dell’assemblea Roberto Pinter: «Nessuno vuole ipotecare il successivo congresso provinciale. Io sostengo con forza l’autonomia del Pd trentino rispetto alle dinamiche nazionali, lo avevo fatto anche al precedente congresso per la segreteria. Personalmente penso che la proposta Cuperlo rappresenti meglio la sinistra, ma è vero che oggi la proposta di Renzi appare vincente e molti vedono in lui l’unica possibilità per aprire una nuova stagione per il Pd». Non si schiera Michele Nicoletti, che sulla carta è ancora il segretario provinciale: «Ho molto a cuore le riforme istituzionali, mi riservo di capire come si muoveranno su questo tema i vari candidati». E deve ancora decidereanche il consigliere Mattia Civico, che per oggi ha invitato Renzi (dopo le sue dichiarazioni contro amnistia e indulto) a visitare con lui il carcere di Spini. Un altro consigliere provinciale, Michele Nardelli, confessa di faticare a riconoscersi nei candidati in campo: «Per il momento non sottoscrivo nessuna mozione, vedrei bene un documento trasversale che rilanci un partito territoriale e sovranazionale». Il presidente del consiglio Bruno Dorigatti auspica «l’unità del partito per concentrarsi sulle elezioni del 27 ottobre, fatto quel passaggio ci sarà modo di confrontarsi sul congresso». Oggi non andrà ad ascoltare Renzi per impegni precedenti, ma «il suo contributo di uomo del Pd alla campagna elettorale - dice - è importantissimo». Non si esprime neanche il sindaco di Trento Alessandro Andreatta: «Dirò con chi sto a tempo debito, per ora Cuperlo l’ho visto solo una volta in televisione, mi sembra un po’ troppo ideologico. A Civati non perdono la mancata fiducia al governo Letta. Ma ora pensiamo alle elezioni provinciali, il congresso nazionale non può condizionarle». E non ha ancora scelto il sindaco di Villalagarina Alessio Manica, candidato alle provinciali, anche se - spiega - «non escludo di sostenere Renzi». «Il suo primo periodo da rottamatore mi aveva molto infastidito, perché credo che un partito va avanti solo con un patto tra generazioni. Ma su questo, come su certe posizioni a volte troppo liberiste, Renzi mi sembra nel frattempo maturato. Il Pd è un partito che fin qui ha regolarmente bruciato i candidati con dei falò, oggi è meglio compattarsi e Renzi potrebbe essere la risposta». Vedremo se, dopo il suo comizio di oggi a Trento, il sindaco di Firenze convincerà altri a seguirlo.

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