tribunale

Anziana malata raggirata spariti i risparmi

Vittima la novantenne Letizia Lubich, cugina di Chiara, colpita da Alzheimer L’uomo aveva messo le mani su conti correnti e libretti della donna, poi morta



TRENTO. Lei era molto anziana, sola e con gravi problemi di salute. E così, una coppia di suoi conoscenti aveva deciso di prendersi cura di lei. L’uomo, in particolare, anche lui d’età avanzata ma assai in gamba, s’era preso a cuore l’anziana amica e si recava spesso da lei per aiutarla. O così sembrava. A scoprire che la realtà era ben diversa dall’apparenza è stato l’avvocato Nicola Zilio che nel febbraio del 2014 - a un anno esatto dall’inizio di quell’amorevole assistenza - è stato nominato tutore di Letizia Lubich, cugina di quella Chiara fondatrice del Movimento dei Focolari.

Il giovane legale si era subito attivato per stilare un inventario del patrimonio dell’ormai novantenne signora, colpita da tempo dalla sindrome di Alzheimer – le era stata diagnosticata nel 2012 - e quindi non più in grado di intendere e volere. Ma fin da subito aveva notato che l’ “amico” della Lubich era tutt’altro che collaborativo. Atteggiamento che ha insospettito l’avvocato e lo ha spinto ad andare più a fondo nella vicenda. E ha così scoperto che Letizia Lubich aveva “autorizzato” l’amico ad operare sul suo conto corrente e sui suoi due libretti postali. Un successivo controllo sui movimenti bancari aveva permesso di appurare che i prelievi ad opera dell’uomo - lui che avrebbe dovuto aiutarla - si erano susseguiti.

Cifre comprese tra i 120 e 1500 euro, sempre senza alcuna motivazione, e anche una donazione a favore di un’associazione. Nell’aprile del 2013, invece, l’anziano aveva effettuato un bonifico a favore suo e di sua moglie di 12mila euro. Causale: «spese varie». Discorso simile quello relativo alla gestione del libretto. Il 3 giugno del 2013, ad esempio, l’uomo s’era fatto sottoscrivere da Lubich un buono postale cartaceo da 10mila euro intestato ovviamente a lui. Un paio di mesi prima, il conoscente tanto premuroso aveva incassato un buono fruttifero postale (cointestato con l’anziana) di quasi 8mila e 500 euro.

Somma che era stata prima prelevata dal libretto della Lubich. Che era malata. Tanto malata che non avrebbe mai potuto autorizzare l’uomo che si fingeva amico e l’assisteva a gestire il suo patrimonio. O meglio, non avrebbe mai potuto autorizzarlo in maniera consapevole. Per questo, l’avvocato Zilio aveva provveduto a sporgere denuncia contro il (finto) benefattore, nel frattempo deceduta: circonvenzione d’incapace il reato per cui l’uomo è comparso davanti al giudice Marco La Ganga, patteggiando poi un anno di reclusione. Pena sospesa.

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