Andreatta: «Inceneritore, l'errore fu della Provincia»

Il sindaco: "Sbagliato prevederlo di 330 mila tonnellate dieci anni fa quando la differenziata era solo al 15%. Ma va fatto, le discariche si esauriranno. Vorrei essere ricordato come il sindaco del metrò"



TRENTO. Vuol essere ricordato come "il sindaco del metró", anche se dall'averlo previsto al vederlo realizzato passeranno diversi lustri. Ma Alessandro Andreatta entrerà negli annali anche per essere stato il sindaco dell'inceneritore. Una scelta che non ha mai rinnegato, neanche ora che il bando è andato deserto: «L'errore è stato fatto dieci anni fa - dice - quando è uscito, dalla Provincia, l'annuncio che sarebbe servito un impianto da 330 mila tonnellate mentre la differenziata era al 15%. Ma le discariche dureranno ancora qualche anno». Gli obiettivi del 2011? Portare a casa forno crematorio, microaree e nuovi alloggi popolari. E un sogno: «Fare di Trento una città di volontari».
Qual è stato il momento più alto e quello più basso di questo 2010 per il sindaco Andreatta?
Paradossalmente forse è lo stesso: il Piano urbano della mobilità, che è andato a completare una stagione di programmazione durata dieci anni. Era uno dei tempi che divideva di più il centrodestra dal centrosinistra, anche perché molto ideologizzato. Siamo andati un po' oltre i tempi previsti, ma oggi lo strumento c'è.
Dei progetti contenuti nel Pum quanto resterà nel libro dei sogni?
Forse qualcosa è destinata a restarci. Non però perché si sia sognato male o troppo, ma perché la dimensione del sogno serve ad indicare una stella polare da seguire. Comunque, del piano strategico di dieci anni fa, più di due terzi degli obiettivi sono stati realizzati.
La funivia per il Bondone si farà?
Abbiamo detto che ci saremmo confrontati con la Provincia e lo faremo. Anche il collegamento con Mesiano e il Val, o dorsale nord-sud, senza l'intervento della Provincia non sarebbero realizzabili. Ci vorrebbero due o tre parti straordinarie del bilancio...
Proprio il dibattito sul metró "Val" è stato un momento di tensione interna alla maggioranza con le Circoscrizioni e il Pd molto critici.
Nessuno era contrario all'opera. Le preoccupazioni erano per le risorse. L'importante è che la Provincia abbia accantonato 200 milioni di euro per il sistema Metroland, dove la dorsale di Trento è una priorità assoluta.
A proposito: a quando il vertice sull'inceneritore?
Forse questa stessa settimana: ci sarà anche il presidente. Il termovalorizzatore è dentro il Piano provinciale dei rifiuti da quando era sindaco Pacher. Io credo che ci sia stato solo un errore: quando negli anni '99-2000 è uscito, dalla Provincia, l'annuncio che sarebbe servito un impianto da 330 mila tonnellate, mentre la differenziata era al 15%. Il fatto che oggi si sia raggiunto il 62% la dice lunga su come quell'annuncio fosse stato assolutamente improprio e allarmistico. Con quelle condizioni le discariche sarebbero esaurite da tempo, ma hanno una vita che durerà ancora qualche anno. Discariche che inquinano più di un termovalorizzatore.
Sul bando c'è stato un errore di valutazione da parte del Comune?
Il sindaco di Bolzano Spagnolli quando si trovò nella stessa situazione commentò: vuol dire che abbiamo tenuto l'asticella alta. Abbiamo avuto contatti con pool di società venute dall'Alto Adige, dal Veneto, dalla Norvegia... Tutti ci hanno detto che il bando era tecnicamente ottimo, ma che fare quello che chiedevamo costa. E con questi vincoli i conti non tornano. Ma è la prova che il bando non era costruito per qualcuno: era veramente aperto. Io non scarico responsabilità su altri: noi qui volevamo il meglio.
Il Patto del Bondone. Con la crisi attuale lo rifarebbe?
Sì. Quella di Trento e del Bondone è l'Apt cresciuta di più in termini di presenze. Inoltre c'è una forte valenza per la città. Restano ancora cose da fare: parcheggi e un impianto che arrivi almeno a Vaneze. Ci starebbe bene anche una pista per le slitte.
Il Comune deve fare i conti con bilanci ridotti: dove si taglierà e dove invece non si può usare la forbice?
A un sindaco non piace tagliare i servizi né aumentare le tasse. A Trento c'è la più bassa pressione fiscale d'Italia: 353 euro l'anno contro i 1231 di Venezia. A Dolomiti Energia abbiamo versato 1 milione e 800 mila euro per tenere bassa la tariffa rifiuti.
Ora dovrete alzarla?
Sì, di qualche punto percentuale. Saremo costretti poi a prevedere un'addizionale Irpef nel 2013. Una correzione andrà fatta anche in base al nuovo protocollo tra Provincia e Consiglio delle Autonomie: in gennaio sapremo quanti soldi in meno arriveranno ai Comuni. Ma l'aumento delle entrate può derivare anche da altre voci, come dalla vendita di qualche edificio. Cercheremo di non intervenire su nidi, trasporto pubblico e anziani.
Come valuta il comportamento delle minoranze?
Giudico poco democratico il ricorso all'ostruzionismo, una sconfitta per chi lo fa e per chi lo subisce. Tutti dicono che il consiglio è svuotato di competenze. Per questo vorrei lanciare la figura del consigliere incaricato dal consiglio stesso, che esiste da 15 anni ma non è stata mai utilizzata. Potrebbe occuparsi di cose anche minute, come le società sportive. Vorrei anche creare più occasioni in aula perché i consiglieri abbiano informazioni e la possibilità di dire la loro, anche attraverso gli ordini del giorno collegati.
Quali i temi forti del 2011?
Nei primi mesi il passaggio sul forno crematorio, poi le microaree per i Sinti: riuscire a farne un paio sarebbe una buona cosa. Terzo: la casa. Gli alloggi a canone sociale che il Comune deve realizzare sono in tutto 850, ma 320 sono stati già pianificati, 204 vengono comprati dall'Itea sul mercato e 66 vengono distribuiti su Comuni limitrofi. Ne restano 260 da trovare, anche ristrutturando vecchi edifici. Infine il volontariato: il 2011 sarà l'anno europeo ad esso dedicato. L'obiettivo è farlo conoscere e lanciarlo sulla città. Vorrei una città di volontari.
Per cosa vuol essere ricordato?
Per avere dato una soluzione al problema della mobilità, con il famoso metró ma anche un collegamento con il resto della provincia. E' la vera sfida.
Un augurio ai cittadini.
Che nel momento dell'incertezza e della precarietà, sappiano tirare fuori il meglio, e non il peggio, di se stessi. Mettendosi in relazione con gli altri.

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