Ancora scintille tra Rossi e Dellai

Legge di stabilità, passa l’ordine del giorno. Entrambi si attestano il merito



TRENTO. Ancora scintille tra Ugo Rossi e Lorenzo Dellai. Questa volta sull’ordine del giorno presentato da Dellai e dai parlamentari regionali e approvato ieri alla Camera che impegna il governo a recepire al Senato l’accordo finanziario tra lo Stato e le Province di Trento e Bolzano. Nella versione della legge di stabilità approvata alla Camera restano gli ulteriori sacrifici a carico delle due Province, per Trento 37 milioni all’anno per 4 anni. «È positivo che sia stato accolto l'ordine del giorno perché è la conferma dell'accordo politico che le due Province hanno stretto con il governo già dal suo insediamento durante le consultazioni a cui per la prima volta parteciparono i presidenti di Trento e Bolzano - ha commentato Rossi - è solo grazie a questo accordo e al lavoro delle due Province che oggi è possibile avere un'ulteriore conferma. L’impegno del governo ci è stato confermato dal sottosegretari Delrio e Bressa che ringraziamo». Non un cenno al lavoro di Dellai e dei parlamentari. Non si è fatta attendere la replica stizzita dell’ex governatore: «Sono lieto di aver appreso dal presidente Rossi che i rapporti con il governo Renzi sono idilliaci. Da una telefonata che mi aveva fatto qualche giorno fa avevo inteso che il mancato recepimento dell'accordo nella legge di stabilità alla Camera poteva anche comportare dei dubbi nel voto in aula». «Certamente - prosegue sarcastico - avevo inteso male e certamente l'ordine del giorno approvato su proposta mia e dei colleghi è assolutamente superfluo. Meglio così». A stretto giro la seconda nota di Rossi: «Nessuno ha detto che l’ordine del giorno è superfluo. Ogni cosa a difesa della nostra autonomia è utile. Ancora più utile perché si inserisce in un percorso politico che parte da lontano e che avrà bisogno di lavoro continuo in futuro».













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