«Ancora Schelfi? Largo ai giovani»

Posti di potere a vita, la nuova generazione è pronta al ricambio


Robert Tosin


TRENTO. Incarichi a vita, deroghe per nuovi mandati. Il tema si propone per Diego Schelfi alla cooperazione, se n'è parlato anche per Dellai a capo della Provincia. Ma i giovani politici come vedono questa "fossilizzazione" dei ruoli? Certo, l'esperienza dà sicurezza, ma la voglia di osare nei momenti difficili fa capolino e un ricambio generazionale, con l'aiuto dei "vecchi saggi", è ritenuto possibile.

Sara Ferrari, consigliere del Pd, vedrebbe bene un cambio: «Stimo molto Diego Schelfi e ho grande rispetto per la sua esperienza e per le sue capacità. Posso capire che in un momento così difficile, di crisi, una figura come lui possa dare certezza e sicurezza. Però io penso che è proprio in questi momenti che bisogna osare e dare una svolta. Sarebbe un guaio se fossimi arrivati a un punto in cui la società non può offrire altri elementi capaci e preparati alle nuove sfide. Sia chiaro, io non sono per la rottamazione. I "grandi vecchi" possono dare ancora molto ed essere utili allo sviluppo, ma lo potrebero fare mettendo a disposizione la loro esperienza individuando e formando la nuova classe dirigente. Sarei molto preoccupata se fino ad ora non fosse cresciuto niente al di là degli Schelfi; sarebbe un vero disastro se non ci fossero le alternative. E io sono convinta che ci sono, basterebbe dare loro fiducia».

Marco Sembenotti (Civica) è invece più possibilista: «Posto che un po' di ricambio non farebbe certo male, io non sarei così drastico nel numero dei mandati. Nella mia esperienza politica ricordo che nel primo mandato da ocnsigliere comunale sei impegnatoa capire dove sei finito e solo dal terzo cominci ad essere propositivo e concreto. Se dicessero, ok, adesso basta sarebbe veramente un peccato. Così non sarei nemmeno drastico su Schelfi: se il mondo della cooperazione ritiene di non avere alternative altrettanto affidabili fa bene a scegliere una riconferma. Certo, l'ideale sarebbe che non ci fossero condizionamenti e che la scelta fosse davvero libera per il bene del mondo cooperativo e non nascondesse invece interessi, personalisimi, calcoli. Però a quel punto togliamo le norme sulle deroghe. Di certo non è elegante stabilire le regole e poi andare avanti a colpi di deroga».

Anche Roberto Bombarda (Verdi) non ci vede nulla di male: «La cooperazione è un soggetto privato. Se i soci vedono in Schelfi la persona migliore per guidare il gruppo è legittimo che facciano questa scelta. Io sono per i limiti dei mandati, soprattutto in politica, e quindi le deroghe devono essere eccezioni. Quando invece diventano la normalità allora c'è qualcosa che non funziona».

Luca Paternoster (Lega) chiede più spazio: «Si parla sempre dei giovani, ma chi ha conquistato il potere non lo molla mai. E come fanno i giovani a farsi l'esperienza? Credo che anche Schelfi all'inizio si sia proposto con la voglia di imparare. L'esperienza non si butta certo, ma dovrebbe anche servire per preparare un ricambio generazionale. La crisi di oggi, magari, andrebbe affrontata con uno sprint diverso, con idee nuove che i giovani possono portare. E io sono convinto che in Trentino ci sono le capacità e le forze fresche per questo».













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