LA STORIA

Anche le suore in Trentino per la raccolta delle mele

Ravina, sono Juana, Carmela e Hiacynta, arrivano dalla Spagna e dalla Polonia. L’ordine delle Sorelle di Gesù di de Foucault è per condurre la vita di tutti


di Gino Micheli


RAVINA. «In un mondo che costruisce i muri, che ha paura del diverso, che fa grandi discorsi sulla differenza, noi siamo testimoni, nel nostro piccolo, di com’è possibile vivere insieme e lavorare insieme, magari anche con fatica, ma lo sforzo vale la pena. La ricchezza delle relazioni, l’apertura dei propri orizzonti è il cento per uno di cui parla il Vangelo». Lo spiega suor Juana, spagnola di Murcia, dell’Ordine delle Piccole Sorelle di Gesù di Charles de Foucauld, durante il raccolto, nella pausa pranzo. Come l’anno scorso è stata assunta per la raccolta delle mele, dalla Coldiretti di Trento, diretta da Mauro Fiamozzi che gestisce la vasta proprietà dei frutteti della Fondazione Crosina Sartori Cloch nelle tenute di Ravina, Romagnano e Mattarello.

Nel 2014 è stata la prima volta ed era presente con suor Katia di Bressanone e suor Ania Jana della Polonia. Quest’anno è arrivata ad agosto, direttamente dalla comunità di Murcia e, in tempi diversi, l’hanno raggiunta altre due consorelle, suor Carmela di Madrid, della comunità di Milano e suor Hiacynta di Opole (Polonia) partita dalla comunità di Czestochowa.

Non hanno l’abito religioso ma sono vestite come gli altri quaranta lavoratori e si distinguono solo perché portano il crocefisso al collo.

«Siamo contente - dice in perfetto italiano l’espansiva suor Carmela - perché è “stancamente bello” condividere la lunga giornata in piccole squadre dove persone di paesi diversi, forse prima nemici, lavorano insieme, si aiutano, ridono, parlano delle rispettive famiglie. Pure la sfida della lingua è grande. Abbiamo colleghi della Romania, Bulgaria, Albania, Algeria, Somalia, Marocco, Mali, Russia, Moldavia, Tunisia e Italia ovviamente. Quasi tutti parlano poco l’italiano, ma con i gesti ci si capisce e ci si aiuta. Anche imparare alcune parole della lingua dell’altro è molto bello».

Solo qualche parola di italiano e tanto francese, la lingua della Fraternità delle Piccole Sorelle, per suor Hiacynta che Carmela e Juana ci traducono. «La nostra Fraternità ha sempre voluto essere presente nei lavori manuali, condividere le fatiche di tanti altri fratelli e sorelle, fare squadra con chi “conta di meno”. Nel 1939 erano i nomadi del Sahara, sono stati anche gli operai delle fabbriche nelle grandi città o le donne delle pulizie. La motivazione è sempre la stessa: vivere la famiglia di Nazareth, il lavoro e la contemplazione nel quotidiano con lo sguardo in Gesù come facciamo ogni mattina prima di recarci al lavoro anche qui in Trentino».

Al lavoro arrivano in bicicletta (mezzi forniti dai parenti e amici di suor Annarita Zamboni di Ravina, ora nelle Filippine) dall’appartamento di Romagnano concesso gratuitamente dalla famiglia Marchese. Nei fine settimana condividono ciò che offrono le rispettive comunità sia nel comparto religioso, nei servizi (biblioteca in primo piano) ma anche nel partecipare alle feste o attività di quartiere. Finito il raccolto, fra qualche giorno dunque, Juana e Carmela rientreranno nelle rispettive sedi di Milano e Murcia mentre Hiacynta, che ha appena cinque anni di fraternità trascorsi fra Belgio e Rwanda, andrà alla comunità di Stettino, in Polonia.













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