Anche le api muoiono di stress

Virus e sovraffaticamento, strage negli alveari in Vallagarina


Stefania Costa


VALLAGARINA. Lo stress sta facendo strage di api in Vallagarina e in tutto il Trentino. Una combinazione di virus, uniti all'affaticamento dovuto alla varroa, ha portato a una forte moria di api negli alveari. A partire da agosto moltissimi apicoltori, soprattutto lagarini, hanno visto ridursi il numero di insetti nelle alveari fino allo spopolamento completo. La primavera piovosa e l'estate calda ha affamato le api e favorito il diffondersi della varroa. Anche gli apicoltori che hanno intrapreso una tempestiva ed efficace lotta contro il parassita hanno visto ridursi la popolazione delle colonie dei loro alveari.

Appena il quadro di queste morie si è fatto significativo, il gruppo di lavoro sulle api del Centro trasferimento tecnologico della Fondazione Edmund Mach si è messo in moto per individuare le cause del problema. «Sono stati visitati alcuni apiari e si sono prelevati dei campioni per l'analisi - ha spiegato Paolo Fontana, entomologo della Fondazione - si pensava che la causa delle morie fosse il virus della paralisi cronica. Il virus Cbpv, in effetti, è stato trovato in alcune colonie accanto ad altri virus. La loro presenza però non era tanto alta da giustificare la morte di tanti animali».

I ricercatori hanno stabilito quindi che causa delle malattie virali, che hanno portato alla strage di api, sono le condizioni di stress. E quest'anno le api ne hanno subito molto. La primavera piovosa durante alcune delle fioriture principali per la produzione di miele, seguita dalle alte temperature estive, hanno reso difficoltoso l'approvvigionamento di polline, indispensabile alle colonie per allevare covata sana e robusta. Indebolite dalla fame, per via dell'andamento climatico, e dalla presenza della varroa, le api hanno visto l'insorgere di varie patologie di difficile individuazione, anche perché hanno colpito le api dopo raccolta del miele, periodo in cui gli alveari sono visitati meno di frequente. Per evitare ulteriori morie gli apicoltori dovranno ora, oltre a non sottovalutare la varroa, coordinarsi ed adeguare le loro pratiche agli andamenti stagionali, sempre più vari e difficili da prevedere.













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