Anche i parroci alzano la voce: «Politici, rispettate i più deboli»

Vitalizi, la presa di posizione del decanato di Cembra e Lavis dopo il monito del vescovo Bressan



TRENTO. I vitalizi «non si accordano con la dottrina sociale della Chiesa» su salari e stipendi e le istituzioni non devono essere un modo per garantirsi situazioni di privilegio». Dopol’intervento dell’arcivescovo Luigi Bressan, sono i parroci del decanato di Cembra e Lavis ha prendere posizione, in maniera netta, sulla questione. Chiedendo, in un documento, «una soluzione che sia rispettosa della dignità dei più poveri e deboli».

«Da diversi giorni - scrivono i parroci - ascoltiamo le espressioni di sdegno, di dolorosa e amara sorpresa, di protesta, della gente dei paesi in cui viviamo, e dei fedeli delle nostre parrocchie, circa i vitalizi di cui godono gli ex consiglieri provinciali e regionali: vogliamo dire alla nostra gente che condividiamo il loro disagio e la loro protesta, anche perché abbiamo ben presente i molti che con fatica e sacrificio, nell’incertezza del domani, si guadagnano il pane quotidiano, chi vive la dolorosa precarietà e la mancanza di lavoro, quei nostri anziani e pensionati che con fatica arrivano a fine mese. Nei nostri cuori sentiamo la loro sofferenza. Situazioni del genere, inoltre, finiscono col creare disaffezione e rifiuto della partecipazione alla vita politica, specialmente nel momento delle elezioni. Riteniamo che questi vitalizi non si accordano con la dottrina sociale della Chiesa riguardo a salari e stipendi (Compendio della dottrina sociale della Chiesa nn. 302-303). Condividiamo quanto afferma il nostro arcivescovo mons. Luigi Bressan: “si tratta di un disonore per tutta la nostra regione e anche un affronto all’autonomia, alla serietà, all’impegno di essere vicino ai poveri, a chi si trova in difficoltà … è anche un’offesa al buon senso, alla dignità della persona.” (Vita Trentina, 9.3.14). Ricordando che la cultura cristiana ha sempre ritenuto le istituzioni pubbliche un servizio indispensabile al Bene comune e che esse devono essere sostenute da tutti, riteniamo indispensabile che coloro che vi appartengono compiano ogni sforzo e necessario cambiamento affinché sia percepito in modo reale e concreto che l’appartenere ad esse è un servizio al popolo delle nostre terre, e non un modo per garantirsi situazioni di privilegio. Ci permettiamo di chiedere a chi ha la responsabilità politica di individuare una soluzione che sia rispettosa della dignità dei più poveri e deboli".

Don Vittorio Zanotelli, parroco di Lavis e decano, ha spiegato a Radio Trentino inBlu cosa ha portato i parroci a scrivere il documento: «Tutto nasce dal nostro incontro mensile di sacerdoti del decanato. Abbiamo ritenuto di esprimere la condivisione verso quello che la gente pensa. Vogliamo fare da eco ai problemi dei cittadini, perché li condividiamo pensando a chi è in difficoltà. Di fronte alle cifre che si leggono non si può restare indifferenti. Ci preoccupa anche il disinteresse verso la politica, che deve essere vissuta in spirito di servizio. Non condanniamo la politica, serve al buon ordine della società. Il nostro è un incoraggiamento a trovare una soluzione rispettosa del lavoro dei politici ma anche a guardare ai più deboli».

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