Alleanze spezzate, ognuno corre per sé

Dopo l’uscita del Patt, la coalizione di centrosinistra scricchiola e anche l’Upt sembra stia per rompere il patto con il Pd


di Roberto Gerola


PERGINE. A parte il “programma”, che di fatto passa in secondo piano (infatti, sembra essere da completare o al massimo da aggiustare), la situazione “alleanze” è “ognuno per sé e dio per tutti” o quasi.

La situazione è divenuta tale dopo la volontà del Patt perginese di andare per conto proprio (o quasi) a seguito del polemico abbandono della riunione di coalizione e dopo il rinvio di quella prevista ieri sera. Il Patt è sempre più determinato a coalizzarsi con la “Civica” e correre contro tutti gli altri staccandosi da Upt e tanto più dal Pd in nome di un totale rinnovamento: candidati a sindaco che non siano assessori uscenti (ma i nomi si limitano a Renato Tessadri del Patt e Marina Taffara del Pd) e nuova coalizione (fuori i partiti minori, e allargamento).

La proposta non ha trovato molti consensi fin da subito, anzi. E così sono stati rotti gli schemi sui quali si stava viaggiando da tempo con i risultati, tuttavia, ben noti: San Cristoforo, teatro tenda, bilancio, trasporti (dei quali solo adesso il Pd ha preso coscienza) ed altro. In sostanza, il Patt ha decretato: “tutti in libertà” con al centro il Pd che nessuno vuole, come Patt, Civica, Lega, Alternativa, Progetto Trentino, Pergine Futura, Movimento 5 Stelle (i “grillini”). L’Upt stesso sta meditando di divorziare (ma c’era mai stato matrimonio vero a Pergine?) mentre Verdi, socialisti e Udc - La Stella (Scelta Civica) potrebbero anche cambiare direzione e parare altrove. E allora le primarie a livello di coalizione non servirebbero più, semmai solo in casa Pd sempreché ci siano più candidati a sindaco, una possibilità viste le correnti. E allora, appunto “ognuno per sé”.

Da soli correranno “grillini” e Lega Nord; poi, appare sempre più probabile (e un assenso sarebbe venuto anche da Trento, ieri mattina) che Patt e Civica (con Sergio Paoli e Renato Nisco) si presentino insieme con un proprio candidato a sindaco. Dal panorama restano fuori Socialisti, Udc - La Stella - Gretter & Co, Verdi. La loro consistenza potrebbe essere determinane in caso di ballottaggio, se accordi si raggiungeranno. Restano Pd e Upt. Se l’Upt rimane agganciato al Pd, per Marco Osler (candidato a sindaco Upt) sarebbe una sorta di suicidio, anche perché troppi soggetti dentro l’Upt non vedono l’ora di liberarsi del Pd anche perché altri porti moderati li accetterebbero. Di conseguenza, l’Upt potrebbe correre da solo salvo, visto il divorzio dal Pd, che altre forze politiche gli chiedano subito asilo. Per cui, anche il Pd correrà da solo e a questo punto il sindaco uscirà dal ballottaggio il 9 giugno dopo che saranno ridisegnate le coalizioni con Upt e Pd a cimentarsi nella campagna acquisti ben più favorevole all’Upt che al Pd evidentemente, viste le premesse. E allora, è c’è la possibilità che il Pd si ritrovi con «il cerino in mano» come ebbe a dire Luciano Eccher nella riunione pubblica nel corso della quale, il Pd si era definito «unico a essere puro».

Tutto si risolverà allora in uno scontro diretto tra Upt e Pd? Possibile, anche perché sul programma c’è poco da dire e non potrà essere preso in considerazione più di tanto nel corso della campagna elettorale. Nel 2009, il programma era particolarmente consistente, visto che doveva durare sei anni. La maggioranza si è sgretolata prima, con i casi ormai noti come “casus belli”, per un costante “lavoro ai fianchi”.

I punti del programma da portare avanti sono ancora quelli: San Cristoforo, viabilità-mobilità (Doss dela Roda, collegamento con la valle, variante sotto il Tegazzo), gestione teatro, palazzo Crivelli, nuova biblioteca. Argomenti da affrontare: piscina, area Cederna, occupazione.

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