Addio a Carlo Margonari, alpini trentini in lutto

L’ex presidente della sezione di Trento è morto ieri. Pinamonti: «Ci mancherà, è stata una figura importante per tutti noi»



TRENTO. L’alpino Carlo Margonari è andato avanti. Non c’è altro modo per annunciare la morte dell’amatissimo ex presidente della sezione Ana di Trento. Si è spento nel tardo pomeriggio di ieri vinto da una malattia che lo aveva colpito alcuni mesi fa e che lo aveva costretto a letto. «Ci è mancato in questi mesi - spiega l’attuale presidente Maurizio Pinamonti - e così sarà anche in futuro. Se n’è andata una grande persona, una figura importante per l’associazione. Metteva molto entusiasmo in tutto quello che faceva, era sempre presente e sempre disponibile. La sua morte arriva a poca distanza da un’altra perdita importante per l’Ana trentina, quella di Giustiniano de Pretis».

Margonari, ufficiale di artiglieria alpina, classe 1934, funzionario della Regione, era stato nominato presidente della sezione trentina nel 1996 (e fino al 2002) andando a ricoprire il ruolo che pochi anni prima era stato del fratello Celestino. Se quest’ultimo era stato il presidente della grande adunata nazionale del 1987 (morì due giorni dopo la sfilata), Carlo resterà sempre il presidente della nuova sede, quella di vicolo Benassuti. Una famiglia di alpini quella Margonari. Oltre a Carlo e Celestino anche in fratello Valentino faceva parte dell’associazione e ora c’è il figlio di Carlo, Lorenzo. «Lui era riuscito a conquistare tutti noi alpini - ricorda Paolo Frizzi, al vertice del gruppo di Trento città - con la sua grande disponibilità e il suo carattere gentile e buono. Carlo era una persona squisita, veramente».

Un affetto quello degli alpini per Margonari che si palesa anche nelle parole scelte per salutarlo sul sito dell’Ana. «Anche durante questi lunghi e faticosi mesi in cui ha affrontato la dura malattia, il presidente emerito non è mai stato dimenticato e tanti tanti alpini non perdevano occasione per andarlo a trovare, od anche semplicemente chiedendo sue notizie. Sapevamo che stava male, ma come per tutte le persone a noi care stentiamo ad accettarne l'ipotesi del distacco. E' stato un grande presidente, inizialmente forse condizionato da questo nome che tanto ha dato alla storia delle penne nere trentine: i fratelli Margonari hanno rappresentato una parte importante della storia sezionale. La sua bonomia e il desiderio di confronto schietto ma sempre improntato al dialogo ed alla mediazione non hanno mai avuto il sopravvento anche nella sua azione di comando, e per questo aveva saputo entrare in sintonia con i suoi Alpini che gli facevano festa ogni volta che lo incontravano. Ciao Carlo, ciao presidente: da oggi ci sentiamo un po' più soli».

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