Acqua, 61 fiumi e laghi trentini con qualità scadente

In Trentino l'Agenzia provinciale per l'ambiente (Appa) ha terminato l'attività di caratterizzazione e di tipizzazione delle acque superficiali: con l'individuazione di 432 corpi idrici superficiali. Tra i punti deboli c'è il lago di Caldonazzo



TRENTO. "Sono 61 in tutto su un totale di 435, i corpi idrici (laghi e fiumi) con uno stato di salute inferiore al "buono". Per stato di salute si intende non solo la composizione chimica dell'acqua ma anche il grado di biodiversità in essa contenuta. L'obiettivo è quello di arrivare entro il 2015 a recuperare la qualità scadente di questi corsi d'acqua".

Lo ha affermato l'assessore provinciale all'Ambiente Alberto Pacher in occasione della giornata mondiale dell'acqua, che ha dato l'opportunità all'amministrazione provinciale di fare il punto sull"oro blù, la risorsa più preziosa del pianeta.

In Trentino l'Agenzia provinciale per l'ambiente (Appa) ha terminato l'attività di caratterizzazione e di tipizzazione delle acque superficiali: con l'individuazione di 432 corpi idrici superficiali, di cui 21 laghi, distinti in 20 tipologie per i fiumi e 9 per i laghi. Sono stati rilevati 3 corpi idrici sotterranei dei fondovalle Adige, Brenta e Sarca. Per ognuno di questi è stato anche definito lo stato ecologico ideale da raggiungere in prima battuta nel 2015 e in seconda nel 2021.

Dal punto di vista amministrativo, Pacher ha assicurato la piena libertà ai comuni per la gestione singola delle proprie risorse idriche o in società'in house' con altri comuni, anche secondo configurazioni territoriali diverse da quelle delle neo comunità di valle. I punti ancora deboli sono, a detta dell'Appa, il lago di Caldonazzo, comunque balneabile, e i corpi idrici della Val di Non.

"In considerazione anche delle criticità dei mutamenti climatici - ha affermato Pacher - dovremo attivare interventi migliorativi e attuare interventi di rinaturalizzazione dei corsi d'acqua come per il Brenta.

Gli scenari futuri impongono una gestione integrata di tutte le politiche da quella urbana, agricola, turistica e così via. Non per ultima quella della sicurezza perché il progressivo ritiro dei ghiacciai aumenterà le aree soggette a instabilità geologica. Per il momento il primo obiettivo - ha concluso l'assessore - è quello, appena terminato il bilancio idrico provinciale, di rilasciare negli alvei dei corsi d'acqua un minimo deflusso vitale (Dmv) e rinunciare all'utilizzo totale dell'acqua per riservarne una quota all'ambiente e la riduzione da 147 a 44 delle fosse Imhoff, che depurano al 20%, e l'uso di impianti di depurazione con efficacia al 90%".













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