«A22, contro i Tir pedaggi più cari» 

La richiesta al governo di Olivieri e Kompatscher Tariffe congelate dal 2014, in 2 anni +10% di mezzi pesanti


di Andrea Selva


TRENTO. Le tariffe dell’Autobrennero sono congelate da ormai tre anni e i Tir (grazie anche alla convenienza del pieno di gasolio in Austria) ne approfittano: ne transitano in media 12 mila al giorno, su un totale di 43 mila veicoli, con un aumento del 10 per cento negli ultimi due anni. Ma Arno Kompatscher dice basta: «Alla conferenza europea sul traffico di Monaco di Baviera, del prossimo 8 gennaio, per la prima volta l'Italia si posizionerà in maniera chiara a favore di una crescita dei pedaggi autostradali lungo l'asse del Brennero con l'obiettivo di trasferire il traffico pesante da gomma a rotaia». Il governatore altoatesino sarà presente all’appuntamento europeo per porre la questione che è legata - ha detto - sia all’ambiente che all’economia.

Il presidente di Autobrennero, Luigi Olivieri spiega che da tempo la società autostradale chiede (senza risultato) l’aumento delle tariffe: «Sul tema sono pendenti i nostri ricorsi al Tar del Lazio, che dovrà decidere se A22, come noi sosteniamo, ha il diritto di aumentare i pedaggi anche in attesa del rinnovo della concessione. Si tratta di una necessità assoluta soprattutto per una questione ambientale - ha aggiunto Olivieri - visto che il valico del Brennero viene scelto da sempre più Tir che possono contare sul basso prezzo del gasolio austriaco oltre che sulle tariffe dei pedaggi autostradali congelate ormai dal 2014».

Fonti interne della società autostradale spiegano che le tariffe di A22 attualmente (anche per effetto del blocco imposto dal governo) sono nella fascia bassa tra le autostrade italiane. Tutto questo mentre le altre tratte hanno già annunciato aumenti a partire da gennaio nell’ordine dell’1,5 per cento. Gli aumenti chiesti negli anni scorsi da Autobrennero in realtà vennero bocciati per motivi normativi (il rinnovo della concessione) e non per le somme in gioco che erano semplicemente nell’ordine del recupero dell’inflazione.

Intanto le province di Trento e Bolzano (proprio mentre sono impossibilitate ad aumentare le tariffe per scoraggiare il passaggio dei Tir) hanno stanziato 6 milioni di euro in totale per sostenere l’autostrada viaggiante, cioè il sistema intermodale per il trasporto dei Tir su rotaia lungo la ferrovia del Brennero.

I dati pubblicati dal ministero dei trasporti parlano chiaro: il valico del Brennero, principale passaggio dal Mediterraneo al Nord Europa, è il passo più utilizzato di tutto l’arco alpino per il trasporto delle merci, con il trasporto su gomma che supera di gran lunga (in termini di tonnellate trasportate) la ferrovia. Nel 2016 sono transitate su camion 33,5 milioni di tonnellate lungo l’autostrada, a fronte di 13,4 milioni di tonnellate caricate sul treno.

E mentre aumenta il totale delle merci, la quota di merce trasportata sui binari dell’autostrada viaggiante (Rola) è scesa del 35% tra il 2010 e il 2016, grazie anche ala convenienza economica dell’autotrasporto rispetto alla ferrovia, in attesa che sulla linea del Brennero possano viaggiare i cosiddetti “treni europei”, lunghi 750 metri, capaci di trasportare 2.000 tonnellate verso il Nord Europa e vice versa.

Ma l’invasione dei Tir crea anche preoccupazione tra i tecnici di Autobrennero per la difficoltà di gestire un ulteriore aumento di traffico pesante. L’ex presidente Andrea Girardi l’aveva detto chiaramente in un’intervista al Trentino rilasciata nell’agosto scorso: «Di questo passo A22 rischia la saturazione, per questo anche la società autostradale ha bisogno del potenziamento della ferrovia del Brennero».













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