A Trento oltre 4600 poveri

I dati del Comune: sempre più colpita la classe media



TRENTO. Sono il 3,98% dei residenti a Trento che si sono rivolti ai Poli sociali del Comune nel 2011, perché non in grado di soddisfare i bisogni primari. Si tratta insomma di 4.651 persone in difficoltà a procurarsi quotidianamente il cibo necessario o a pagare affitto, mutuo e bollette, oppure a badare ai figli lavorando, o a persone anziane o disabili, o che hanno perso il lavoro.

Condizioni che talvolta si sommano, «sempre più in questo quadro di crisi economica, che vede ad esempio difficile proporre percorsi che in qualche mese, come in passato, possano portare al reinserimento lavorativo». Questo il quadro delineato da Violetta Plotegher, assessore alle Politiche sociali del Comune di Trento, tracciando un bilancio dell’attività dei Poli sociali nel 2011. «Altra criticità - ha sottolineato - è una crescente fragilità familiare, nell’educazione dei figli, neonati o adolescenti, anche per la perdita della rete familiare tra generazioni, aggravata anche da quella della rete di vicinato». Sul totale delle persone seguite il 34% sono state persone anziane, il 25% persone adulte, il 41% appartenevano all’area minori e famiglie, con delle percentuali sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente. L’organizzazione dei cinque poli sociali dislocati sul territorio comunale è suddivisa tra Gardolo e Meano, Centro storico-Piedicastello-Bondone-Sardagna, S.Giuseppe-S.Chiara-Ravina-Romagnano, che dal 2012 segue anche Aldeno-Cimone-Garniga, Oltrefersina-Mattarello e Argentario-Povo e Villazzano.













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