«A Cles serve una rivoluzione»

Francesca Ziller: dobbiamo salire anche noi sul treno dell’innovazione che caratterizza l’arco alpino


di Giacomo Eccher


CLES. «A Cles serve il miracolo, e noi siamo qui per provarci». Esordisce così, non senza “modestia”, il colloquio con Francesca Ziller, candidata sindaco di Mira Cles, lista che punta a portare nel consiglio comunale le idee e le proposte dello “storico” gruppo d’opinione clesiano Yo Production.

Perché si candida?

Nel nostro privato siamo già nel futuro con idee e applicazioni concrete, vogliamo farle conoscere e proporre modelli che sono sperimentati e confrontabili in alcune realtà dell’arco alpino non molto lontane da Cles alle quali ci stiamo ispirando. Non siamo sognatori, ma se non si cambia verso c'è da essere preoccupati per le vite dei nostri figli e il futuro delle nostre famiglie. Vogliamo mollare il freno a mano che frena il paese.

In caso di elezione a sindaco, tempo pieno o part time?

Questo non è un problema, il problema è lo scollamento tra la politica e la gente. Bisogna che le persone normali, che lavorano, prendano in mano la politica per incidere nelle scelte. Ci sono già troppi professionisti della politica staccati dal mondo reale: noi vogliamo portare il mondo reale nella politica che deve tornare al suo ruolo, indicare la strada e non complicare la vita ingolfandoci di burocrazia. Politica non è amministrare, per quello bastano i segretari.

È stata di recente in Giappone per lavoro: c’è qualche buona idea per Cles?

È stata una visita lampo di due giorni, ma in una zona di boschi dove l’azienda per cui lavoro è coinvolta in un progetto di trasporto legname in zone montuose. Lì fanno tutto con la legna, l’elettricità, le costruzioni antisismiche... In Europa con la legna ci scaldiamo e basta, in Giappone ci fanno tutto, con la cogenerazione e in alcuni casi anche trigenerazione. Tecniche che andrebbero a braccetto con la nostra valle, che è ricca di legname.

Esperienze amministrative precedenti?

No, non sono mai stata nelle istituzioni, ma da dieci anni sono attiva in un contesto, quello di Yo Production, dove si discute tanto e poi si fa.

Se diventasse sindaco, che cosa farebbe subito?

Cambiare le regole del gioco: con noi cambierebbe tutto, non terremmo nulla di quello che c’è adesso. Il nostro obiettivo è far saltare Cles sul treno della rivoluzione nel modo di vivere che sta venendo avanti in molte realtà dell’arco alpino anche vicine a noi. Iniziando dai trasporti. Abbiamo la Trento-Malé che è al centro del sistema alpino, una collocazione strategica ma solo se collegata con la Svizzera, perché per avere futuro bisogna entrare in rete, altrimenti è il declino. Faremo di Cles un’eccellenza del Trentino per l’uso intelligente del territorio, la conservazione dei suoli, una riprogettualità che sappia valutare e considerare la memoria storica. E con mobilità, non una viabilità ottusa.

La tangenziale Est: come la valuta?

La nostra idea in proposito l'abbiamo depositata al Via quando si è discusso il progetto. A Cles il traffico di passaggio è il 20%, l’80% dei veicoli entrano comunque nella borgata: il problema è questo, favorire la mobilità pubblica per l’accesso ai servizi e alle attività della borgata, non favorire inutili vie di scorrimento. I soldi sono pochi, usiamoli per risolvere l'80% del problema.

Un'ultima domanda: la piscina di valle. Farla? E dove?

Le priorità di Cles sono altre, la piscina oggi è un dettaglio insignificante anche se sta abbagliando il dibattito elettorale. Per i clesiani è molto meglio un centro storico vivibile.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano