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Trentino, cala la disoccupazione (al 4,6%). I sindacati: «Nuovi posti, ma è emergenza precari»

Segnali positivi per l’occupazione, ma Cgil Cisl e Uil avvertono: «Più attenzione ai salari»



TRENTO. Segnali positivi sul mercato del lavoro trentino ma Cgil, Cisl e Uil - in una nota unitaria - avvertono: tutti gli indicatori segnalano un andamento positivo del mercato del lavoro provinciale. Ma è ancora emergenza precari e retribuzioni. A giugno - sottolineano i sindacati citando i dati del secondo trimestre 2022 dell'ultima indagine Ispat - la disoccupazione era al 4,6 per cento, in calo di 1,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Alla riduzione dei disoccupati si associa anche un miglioramento dell'occupazione che cresce del 3,5% su base annua attestandosi a 246 mila unità. Le persone in cerca di lavoro a giugno erano 11.800.

I cali più marcati riguardano la componente maschile che si riduce del 32,5%, mentre il calo tra le donne si ferma al -17,5%. Particolarmente significativa - sottolineano i sindacati - è la dinamica degli inattivi, cioè coloro che non lavorano né cercano un lavoro. Questa componente continua il trend di riduzione sia su base congiunturale sia tendenziale. A giugno il tasso di inattività era il 26,4% rispetto al 28,5% dell'anno precedente.

A preoccupare Maurizio Zabbeni (Cgil), Lorenzo Pomini (Cisl) e Walter Largher (Uil) sono i contratti precari, un dato già emerso dall'ultimo bollettino di Agenzia del Lavoro. "È vero che si stanno creando nuovi posti di lavoro, spesso però non sono stabili. Questo è un tema che incide sulla qualità del lavoro e delle retribuzioni, che va affrontato con gli strumenti di politica del lavoro". Anche sul fronte retribuzioni i sindacalisti reclamano maggiore attenzione da parte della Provincia. «C'è poi il timore - ancora la nota - che una possibile spirale recessiva dell'economia impatti sull'occupazione». 













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