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Tav, il presidente a Coppola: «Discarica chiusa. Faremo un nastro trasportatore ad alta capacità»

Coppola riportava tutti i timori della popolazione di Sardagna, che da tempo chiede di mettere una pietra tombale sull'uso della ex discarica Italcementi


Gigi Zoppello


TRENTO. È vero che parte del materiale di scavo delle gallerie del Bypass ferroviario finiranno nella discarica di Sardagna? No. Ma anche sì. La singolare dicotomia è quella della risposta ad una interrogazione di Lucia Coppola (Verdi) del marzo scorso, e la risposta arriva dal presidente Maurizio Fugatti in persona. Una risposta esemplare, nella quale Fugatti spiega che «la discarica non sarà riaperta», ma che lo smarino delle gallerie Tav arriverà lì, addirittura con un grande nastro trasportatore «di alta capacità».

Coppola riportava tutti i timori della popolazione di Sardagna, che da tempo chiede di mettere una pietra tombale sull'uso della ex discarica Italcementi. Il timore è alimentato dal nuovo cantiere: «gli scavi per la Circonvallazione ferroviaria di Trento prevedono scavi per 2,7 milioni di metri cubi di materiale; tale materiale conterrà anche additivi, quindi necessiterà della massima cautela circa il conferimento; l'intento è quello di utilizzare l'ex cava di Sardagna nonostante non figuri nel Piano delle Discariche provinciali» riportava Coppola.

La consigliera verde riportava che «l'impatto del trasporto su camion sulla città di Trento risulterà insostenibile; non si conosce ancora il luogo dove verrà depositato il materiale proveniente dall'area ex Sloi». Quindi interrogava. Fugatti è stringato. Prima di tutto dice che «Non è prevista alcuna operazione di scavo all'interno del perimetro della ex Sloi. Pertanto non sussiste il problema sollevato dell'eventuale deposito, come erroneamente indicato nel quesito».E a Sardagna? «Non è prevista alcuna riapertura della discarica di Sardagna.

L'ipotesi attualmente allo studio prevede al contrario la preventiva chiusura della discarica, secondo le modalità previste dalla normativa vigente, prima dell'eventuale conferimento di materiale proveniente dallo scavo delle gallerie della circonvallazione ferroviaria». Quindi? «Sono in corso degli approfondimenti di carattere geotecnico sulla frana di Sardagna al fine di un eventuale utilizzo dello smarino per consolidare il piede della frana e garantire in tal modo, oltre ad una maggiore sostenibilità ambientale all'opera grazie alla riduzione delle percorrenze».

Come porteranno il materiale a Sardagna, in una discarica chiusa? «Tutti i soggetti interessati, da RFI all'Impresa aggiudicataria fino agli enti territoriali - spiega Fugatti - sono consapevoli dell'impossibilità di utilizzare il trasporto su gomma per raggiungere il sito a causa dell'inadeguatezza della viabilità in attraversamento all'abitato di Sardagna. Analogamente si è consapevoli dell'inadeguatezza dell'attuale sistema a teleferica che avrebbe portate assolutamente insufficienti alle esigenze. Pertanto è allo studio l'eventuale utilizzo di sistemi a nastro ad alta capacità in sostituzione dell'attuale sistema a teleferica, requisito ritenuto indispensabile per un eventuale utilizzo dell'area di Sardagna quale destinazione finale di parte del materiale di scavo».Infine: «Non vi è alcuna intenzione di procedere con una riapertura della discarica». Chiaro, no?













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