L’editoriale

Silvio è irripetibile, la sua eredità impossibile

Un monarca assoluto, un picconatore dell’istituzioni che ha diviso come nessun altro. Il commento del direttore Paolo Mantovan


Paolo Mantovan


TRENTO. Berlusconi è semplicemente irripetibile. Qualcuno sospirerà "per fortuna", altri sconsolati o addolorati non potranno che prenderne atto.

Perché Berlusconi ha diviso, fra amore e odio, come nessun altro in Italia negli ultimi trent'anni. Ed è stato un leader come nessun altro in questi trent'anni. Perché Berlusconi è stato premier quattro volte ma si è comportato sempre da monarca, con un apparato sterminato e fantasioso di personaggi e cortigiani al seguito, costruendo uno spettacolo di potere fra Arcore, palazzo Grazioli o la certosa di Porto Rotondo secondo solo a Versailles.

Berlusconi è il creatore del berlusconismo, che è un'epoca della storia italiana un po' come il giolittismo, il ventennio fascista o l'era democristiana.

Berlusconi è l'inventore di un partito che non c'è, "tutto marketing e distintivo", è il politico che spegne la prima repubblica dicendo soltanto una frase: "se fossi romano voterei per Fini" sindaco di Roma provocando il crollo del "muro" a destra, il definitivo "sdoganamento".

Ma Berlusconi è anche il picconatore delle istituzioni che gli danno impiccio e impaccio, è l'uomo che trascina la politica verso l'assolutismo del populismo con quel mix fra l'eterna "promessa" di un "liberalismo di massa" e il "regalo" del «divertimento» con trionfi calcistici e barzellette.

Un monarca così assoluto da lasciar vivere nel suo partito solo comparse.

Un re così supremo che discutere di "eredità" è impossibile. Non vedremo una "Succession" della politica italiana, non c'è Tajani, Renzi o Meloni che possa "succedergli".

Berlusconi rimane appiccicato alla nostra storia collettiva e lascia tracce pure nella nostra storia personale, ma sarà solo lui, il cavaliere, Silvio.













Scuola & Ricerca

In primo piano