«Se le rendite  aumentano  ne beneficeremo»

Rovereto. Ha fatto discutere in città la scelta del Comune di non costituirsi nel ricorso di Dolomiti Energia contro le rideterminazioni del Catasto, che ha ritoccato con un consistente rialzo le...



Rovereto. Ha fatto discutere in città la scelta del Comune di non costituirsi nel ricorso di Dolomiti Energia contro le rideterminazioni del Catasto, che ha ritoccato con un consistente rialzo le rendite catastali, e assieme ad esse le quote Imis che i proprietari degli impianti idroelettrici devono ai Comuni su cui si trovano. Un percorso iniziato anni fa, che è giunto a due sentenze fotocopia emesse dalla Commissione tributaria di Trento per il bacino di Santa Massenza e per quello di San Colombano, riconoscendo rendite catastali superiori a quelle fin qui applicate ai Comuni su cui insistono le centrali, perlomeno a quelli che si sono costituiti in Commissione tributaria. Rovereto, come abbiamo spiegato ieri, ha scelto di non agire contro Dolomiti Energia, e il sindaco Francesco Valduga spiega il perché. «Dopo un’approfondita valutazione con il nostro ufficio legale - afferma il primo cittadino - abbiamo deciso di prendere atto che le rendite catastali sono stabilite dal catasto, cioè dalla Provincia, e che il Comune non ha alcuna competenza per contestarle. In secondo luogo, nel caso in cui, alla fine dell’iter giudiziario, che si preannuncia lungo dato che dopo parecchi anni siamo solo al primo grado, le rendite verranno modificate al rialzo, anche Rovereto ne beneficerà, come tutti gli algtri Comuni. Infine - conclude il sindaco - c’è anche una questione di opportunità: a differenza degli altri Comuni, il nostro è socio di Dolomiti Energia e ci è pertanto parso inopportuno inserirci in un contenzioso che vedrebbe opposti a una società di cui siamo soci al 40%». Da Dolomiti Energia, Rovereto percepisce circa 6 milioni di euro di dividendi l’anno, e quest’anno la quota prevista è addirittura superiore, mentre dalla sommatoria delle quote Imis arrivano nelle casse comunale circa 13,5 milioni. Ma c’è un dettaglio: le concessioni delle dighe non sono eterne. Hanno una scadenza, e gran parte di quelle del Trentino scadranno nei prossimi tre anni. Non è matematico che vengano rinnovate le concessioni a Dolomiti Energia, e qualora accadesse che la società trentina venisse estromessa, si potrebbe ipotizzare un danno erariale, dato che il Comune ha sempre il pieno diritto di esigere l’Imis dal concessionario, mentre la partecipazione ai dividendi della società è, per così dire, un fatto contingente. GI.L.













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