IL CASO

"Salvini in galera": assolto ex consigliere comunale roveretano

Paolo Mirandola era accusato di diffamazione. Il segretario della Lega aveva chiesto 80 mila euro di danni: ora farà appello



ROVERETO. Il giudice di pace di Rovereto, in Trentino, ha assolto l'ex consigliere comunale del Pd, Paolo Mirandola (nella foto con l'avvocato Mauro Bondi), dall'accusa di aver diffamato Matteo Salvini. Il segretario della Lega, difeso dall'avvocato Claudia Eccher, che ricorrerà in appello, aveva chiesto 80.000 euro di risarcimento.

I fatti risalgono al marzo 2015, quando, nel corso di un movimentato consiglio comunale a Rovereto, Mirandola rispose ad un consigliere della Lega: «Non vedi quello che ho scritto sulla mia cravatta Salvini in galera, Salvini un mascalzone, un delinquente abituale per tendenza, ha radunato in piazza del Popolo il peggio del Paese». Il consigliere del Pd aveva quindi aggiunto le parole «Salvini in galera».

Le motivazioni saranno depositate entro 15 giorni ma, secondo quanto riferiscono i quotidiani locali, il giudice potrebbe aver ritenuto le parole di Mirandola non diffamatorie dato il contesto, sopra le righe, della seduta consigliare. Accuse politiche in un contesto politico, quindi. «La pronuncia confonde il piano della politica con quello del diritto, facendo cadere per Salvini la difesa all'onorabilità personale. Salvini ha meno diritti degli altri. Gli insulti, se diretti a Salvini, per il giudice di pace di Rovereto non sono reato: così si legittima la violenza, verbale e non solo», ha detto l'avvocato difensore di Salvini, Claudia Eccher.













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