LA LETTERA AGLI ESPOSITORI 

«Non parlate con i giornalisti, è dannoso» 

L’invito dell’organizzazione: eventuali problemi vanno evidenziati a noi, non alla stampa



ROVERETO. La posizione del Consorzio a seguito dei nostri servizi sul Natale roveretano è sintetizzata in una lettera inviata agli espositori. Nella quale si invitano i titolari delle casette a interloquire con l’organizzazione e a non parlare con i giornalisti, perché “i panni sporchi si lavano in casa”. «Gentili espositori - è il testo della missiva -, a seguito dell’uscita di alcuni giornali locali di articoli sulla presunta scarsa affluenza al Mercatino di Rovereto, vi invitiamo a una maggiore “etica di squadra”: parlare male del mercatino quando lo stesso è in corso danneggia in primo luogo voi espositori, oltre che l’organizzazione e la stessa città di Rovereto. Ci aspettiamo quindi che eventuali problemi possano essere evidenziati direttamente agli organizzatori, e non a mezzo stampa o altro: ribadiamo la totale disponibilità del Consorzio a qualsiasi tipo di confronto».

La lettera, che riportiamo per intero, costituisce un curioso precedente. Negli anni passati, quando i giornalisti si facevano largo tra la calca in via Roma per rendere conto ai lettori di un successo straripante, nessuno si sarebbe mai sognato di dare il “serrate le fila” agli espositori, magari stanchi, ma soddisfatti. Tra l’altro, gli stessi che quest’anno hanno espresso voci più critiche, a fronte di una pluriennale esperienza tra le bancarelle del Natale di Popoli. L’idea stessa che la stampa sia “dannosa” per l’organizzazione è un evidente nonsense: così come nelle precedenti edizioni abbiamo raccontato i fasti, raccontiamo le difficoltà di oggi. Se i problemi, secondo il consorzio InCentro, vanno risolti all’interno dell’organizzazione, non significa che i problemi non ci sono, ma che ci sono e non ne va fatta pubblicità. L’“etica di squadra”, non ce ne voglia il Consorzio, si può richiedere a un dipendente, a qualcuno che percerpendo uno stipendio non può permettersi il lusso di parlar male dell’azienda per cui lavora. Non certo a degli imprenditori che hanno investito dai 2.800 ai 3.800 euro più Iva sul Natale roveretano e non stanno raccogliendo i frutti sperati. (gi.l.)













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