«L’esperienza mercatino, un fallimento» 

Molti gli espositori scontenti: piazze deserte, i magri incassi non bastano nemmeno a pagare l’affitto delle casette


di Giuliano Lott


ROVERETO . L’unico a non essere scontento è Pietro, che ha portato da Amatrice una selezione di gustosi formaggi della sua zona. «La casetta ce l’hanno offerta, come segno di solidarietà, e noi abbiamo lavoricchiato. Va bene così». Ma per il resto, se in via Roma qualche segnale positivo è stato recuperato, se non altro nei fine settimana, le piazze Erbe e Malfatti hanno raccolto solo amarezze e delusioni. Chi ha fatto la prima esperienza di mercatino natalizio in città, non pensa di ripeterla il prossimo anno. Fulvio Caldesi della Pasticceria Tentazioni di Montepulciano, è uno di questi. «Siamo venuti qui perché è la patria dei mercatini di Natale, e noi facciamo panettoni, a prezzi concorrenziali. Ma piazza Malfatti è fuori dai giochi. I totem non li guarda nessuno e la prova l’ho fatta con un esperimento: cambiavo le scritte del chiosco, girandole: anche quando erano sottosopra, o senza alcun senso perché scombinate, solo 4 o 5 persone se ne sono accorte. Purtroppo abbiamo trovato una situazione fallimentare, e il bilancio è disastroso. Non torneremo di certo. Eravamo qui in due, alloggiati in residence, mangiando fuori per un emse e mezzo. Forse con gli incassi ci siamo pagati l'affitto della casetta. Non si può far pagare la stessa quota di via Roma, dove comunque un po’ più di giro c’era. Qui era come essere in periferia». Tra gli scontenti anche Silvia Pasolli, della pasticceria Zaffiro: «Così non funziona. Abbiamo incassato il 70% in meno dell’anno scorso. La location va cambiata, o va costruito un percorso che conduca alle piazze, che al secondo anno si sono confermate un fallimento. L’ideale sarebbe utilizzare un’unica via (via Dante, per esempio, o corso Bettini) o creare un circuito con via Tartarotti. Serve anche una gestione più competente, che ascolti gli espositori. In un mese e mezzo nessuno è venuto a chiederci se c'era qualche problema. Ci deve essere anche più sinergia tra Apt e Consorzio sulla promozione. Sì sono visti pochi pullman. E poi i turisti deve trovare prodotti tipici, trentini, riconoscibili. Brulé, piatti caldi, e cose artigianali. Magari meno espositori ma più selezionati». Betty Paris, di Tre Puntini invece non pensa nemmeno a tornare. «Non ho termini di paragone, perché era la prima volta, ma è andata male. Sono rientrata a pelo con le spese di affitto, ma non ho coperto la pelle con cui ho confezionato le mie borse. Il problema è che qui non passava nessuno». Vicino a lei, c’è la casetta della “Lavanda del lago”, in piazza Erbe dopo anni in via Roma. Al bancone c’è Giacomo Pellegrinelli dipendente. «È andata peggio dell'anno scorso. La gente non arriva. È troppo dispersivo, siamo troppo lontani dall'area food». Ad AC Accessori, in piazza Malfatti, c’è amarezza «Era la prima volta. Nelle casette piove dentro, manca la maniglia. E in più qui non si vedeva nessuno. Abbiamo segnalato problemi più volte ma non ci hanno ascoltato».

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