«Ecco gli alberi abbattuti Erano marci davvero» 

La giunta Valduga ha mostrato i tronchi delle piante tagliate in viale Trento I forestali: il 90% degli ippocastani avevano marcescenze, erano un pericolo



ROVERETO . Buchi da farci passare un mattone, marciume, e dove non c'erano cavità, il centro del tronco in gran parte dei casi è di un colore più scuro, marroncino, molto più debole e malleabile del resto del legno. Gli alberi di viale Trento erano messi proprio male. Li ha mostrati ieri l'amministrazione comunale: i tronchi e le ramaglie degli alberi sono tutti ammassati nel piazzale dell'ex Master Tools, in attesa di diventare cippato. Quello che rimane degli alberi che adornavano la via verrà bruciato per produrre calore nelle serre, dove si coltivano altre piante. E, a dire il vero, rimane poco, perché molti tronchi dentro erano cavi. In tanti altri è invece evidente la carie, che era partita dall'alto, da dove erano stati potati all'inizio una trentina di anni fa. È per questo, per il fatto che la marcescenza iniziava dall'alto, che in tanti ceppi non si vedeva nulla e apparivano come quelli di alberi sani; dove invece le tracce del degrado si vedevano anche in baso, allora voleva dire che la carie della pianta era arrivata sino in fondo. Ieri l'amministrazione ha voluto ribadire le sue ragioni, nella scelta di tagliare tutti gli alberi del viale, cosa che aveva scaturito polemiche, un comitato pro alberi, fino ad arrivare al giorno delle operazioni con la celere a controllare i manifestanti. L'analisi sugli alberi tagliati è stata fatta dai custodi forestali dell'Alta Vallagarina, Silvano Zorer e Alessandro Macchiella, quest'ultimo dottore forestale ed esperto in materia. L'analisi ha evidenziato che il 90% degli ippocastani presentava marcescenze e carie che indebolivano strutturalmente le piante; il 50% sempre degli ippocastani aveva “forature importanti e estese cavità, che ne hanno compromesso in modo irreversibile la consistenza legnosa”.

I forestali hanno trovato cavità con carie fungine del legno, e ricordano che in diversi casi, al momento del taglio, è uscita dai tronchi parecchia acqua marcia. I liriodendrum invece "non solo erano contraddistinti da sbilanciamento della chioma, ma anche da carie del legno alla base". Questo marciume interno metteva a serio rischio di tenuta quanto stava sopra, e tendeva ad estendersi anche nei rami laterali

«Queste piante 30 anni fa vennero capitozzate - spiega l'assessore Beppino Graziola - recidendone la punta, si è permesso che dal tronco tagliato in alto si sviluppassero batteri e quindi un processo che ha generato una carie progressiva, dall'alto verso il basso».

Una situazione, affermano i tecnici comunali, "di pericolo incipiente e oggettivo" peggiore di quella ipotizzata all'inizio, con la perizia di Maresi della Fondazione Mach.

Per quanto riguarda i nidi di uccelli, ne sono stati trovati 3, ma abbandonati; l'ispezione è stata fatta con un rappresentante della Lipu. «Torniamo finalmente ai dati, e alle competenze - commenta infine il sindaco Francesco Valduga -. Maresi, che aveva fatto la perizia, non era un visionario, e ora lo si dimostra. Stiamo dando atto ad un progetto di rigenerazione, perché pianteremo nuovi alberi. Nel ricorso che ci è stato fatto si cita l'antica descrizione della strada orlata da pioppi. Evidentemente tagliati. Si dimostra che anche in passato gli alberi sono stati sostituiti. Come stiamo facendo noi ora, riqualificando il viale e dando maggiore sicurezza». (m.s.)

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