Bonifica Siric, manca solo l’ok dell’Adep 

Livelli di ferro e manganese oltre i limiti, il Comune propone un ossigenatore per smaltire gli eccessi nelle acque di falda


di Giuliano Lott


ROVERETO. La soluzione pare dietro l’angolo per l’area ex Siric, ma il timore è che si tratti di un ritornello stanco. Lo stabilimento è stato svuotato da anni da tutti i fusti tombati dal proprietario Fernando Zadra e il compendio, circa 20 mila metri quadrati di terreno che si affaccia su via del Garda - tra la Mariani e il nuovo supermercato Aldi che aprirà a giorni - è stato tenuto sotto controllo per tutti questi anni. Per disporne e poterla mettere sul mercato, il curatore fallimentare Lelio Boldrini ha bisogno della dichiarazione di fine bonifica, un atto che attende da anni invano. Manca solo un ultimo passaggio: l’ok dell’Adep, l’Agenzia provinciale per la depurazione, alla proposta del Comune. Il problema riguarda le sostanze che sono state rilevate negli anni attraverso le analisi delle acque di falda. Smaltiti ormai i solventi chimici, per la naturale dilavazione del terreno esposto alle piogge e lo stop alla produzione della Siric, persistono valori fuori dalla norma di ferro e manganese. Le analisi continuano a rilevare dei modesti sforamenti rispetto alle tabelle in una ristretta striscia di terreno, ampia meno di 4 metri. Nella proposte di riforma della legge nazionale che disciplina le concentrazioni di queste sostanze nel suolo, sforamenti così bassi non verrebbero nemmeno presi in considerazione. È peraltro verosimile che l’attività industriale della Siric abbia poco a che vedere con questa concentrazione anomala di ferro e manganese, dato che la fabbrica è ferma da quasi 15 anni.

In ogni caso, la proposta operativa del Comune è di installare un ossigenatore che attraverso delle condotte vada ad arricchire le acque di falda, permettendo così la rapida ossidazione delle sostanze da smaltire. Sarebbe una soluzione pressoché definitiva, e a costi tutt’altro che proibitivi: un ossigenatore costa meno di 20 m ila euro, non certo una cifra che mette in crisi un’amministrazione comunale. Ma per poter procedere, serve il parere positivo dell’Ufficio siti contaminati dell’Adep. Non sarebbe in sé una formalità, ma in questo particolare caso Provincia e Comune hanno lavorato fianco a fianco, e le proposte formulate sono state discusse con i tecnici dell’Adep. Pertanto non si tratta di un esame alla cieca, i presupposti sono tutti positivi. Tuttavia, forse anche per la difficoltà nel prendersi responsabilità quando si parla di tutela ambientale, questo “sì” che dovrebbe porre la parola fine sulla vicenda stenta ad arrivare. Se l’ok dell’Adep arriverà presto, al Comune basterebbe istruire un rapido bando per l’acquisto dell’ossigenatore e la sua messa in opera. E a quel punto l’area potrebbe considerarsi decontaminata. I beni della Siric sono in mano al curatore fallimentare Lelio Boldrini, che però non può vendere un terreno da bonificare per sperare di ricavarci degli utili: l’area verrebbe deprezzata e il ricavo diminuirebbe in maniera sensibile, impedendo così all’ente pubblico di recuperare quanto speso per la bonifica, addebitato all’azienda. La quale nel frattempo è fallita.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano