Scuola

Al Festival «Educa» i Mentor d’Italia: aiutano gli studenti con disabilità ad entrare nel mondo del lavoro

Federica Lauritti ha sostenuto due sorelle gemelle con disabilità: «Frequentano la quarta superiore di un istituto professionale. Oltre alla frequenza scolastica, il progetto propone loro attività socializzanti: il laboratorio di falegnameria o quello di fotografia, giro al mercato o il teatro»
 



ROVERETO. Dopo poco più di un anno di attività sono al lavoro i primi 10 Mentor d'Italia: sono di base educatori, insegnanti, psicologi e assistenti sociali provenienti da Milano, Cremona, Napoli, Salerno, Ascoli Piceno e Senigallia, che hanno frequentato un corso del Consorzio Sir e messo poi in pratica la formazione, coinvolgendo finora 70 ragazze e ragazzi con disabilità. Se ne parla al Festival Educa di Rovereto. L'obiettivo è accompagnare ragazze e ragazzi con disabilità che frequentano gli ultimi anni delle scuole superiori a orientarsi nel mondo del lavoro.

L'idea nasce da "Inclusi. Dalla scuola alla vita, andata e ritorno", progetto triennale selezionato da "Con i Bambini": manca oggi in Italia per i ragazzi con disabilità un "ponte" che colleghi il mondo della scuola con quello del lavoro e della società in cui vivere in modo autonomo; mancano anche dati ufficiali che registrano questo passaggio importante della vita, in cui cambia la maggior parte dei punti di riferimento, un passaggio ancora più delicato e complesso per chi ha una disabilità.

Tra i mentor c'è Federica Lauritti - educatrice della cooperativa sociale Meraki di Cremona - che racconta la sua esperienza concreta, dopo aver seguito la formazione, nell'accompagnamento di due sorelle gemelle con disabilità, di 16 anni, nella scelta del loro futuro: «Le due ragazze frequentano la quarta superiore di un istituto professionale. Il lavoro che prevedo di fare con loro è molto lungo, per questo ho iniziato il percorso di accompagnamento al loro futuro molto prima della fine della scuola. Parallelamente alla frequenza scolastica, il progetto Mentor propone loro attività socializzanti: il laboratorio di falegnameria o quello di fotografia, un giro al mercato o il teatro».

«Lavoriamo quindi sulla scelta, sull'acquisizione di autonomia negli spostamenti in città, sulla gestione del tempo e dei soldi. Sono ancora lontane dall'empowerment, ma si cominciano a vedere i primi segnali positivi: 'Inclusi' ha generato un cambiamento nella loro vita e in quella della loro famiglia, il Mentor infatti lavora a stretto contatto con ragazzi e ragazze fragili, ma a venire coinvolto è l'intero nucleo familiare».













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