«Sul Garda Trentino vanno limitati i turisti di giornata» 

Benedetti (Apt) incassa le critiche del Süddeutsche Zeitung: «L’attacco fa male ma lavoriamo per migliorare l’offerta»


di Matteo Cassol


RIVA. «L’attacco del Süddeutsche Zeitung fa male, ma siamo costantemente al lavoro per migliorare l’offerta»: a dirlo è il presidente dell’apt Garda Trentino, Marco Benedetti, che incassa il colpo arrivato da Monaco con le critiche al Benaco riferite ieri su queste pagine (troppi turisti, troppo traffico, infrastrutture scarse, in sintesi) e fa un appello alla politica e agli imprenditori perché uniscano le forze per far fare un salto di qualità al territorio. Con un’idea per decongestionare la Busa: limitazioni ai gitanti giornalieri.

«Suddeutsche Zeitung – spiega Benedetti – non è nuovo ad attacchi alle località turistiche, ma di certo l’ultimo articolo non è stato piacevole, considerando poi che è un giornale molto letto in Germania. Non ci muoviamo certo in reazione a quelle critiche, visto che siamo al lavoro da tempo anche con uno studio tra gli operatori commissionato a Tsm (Trentino school of management) i cui esiti presenteremo prossimamente in assemblea, ma è chiaro che servono dei correttivi».

Il primo punto è quello della redditività delle presenze. «Con le presenze che abbiamo – argomenta il presidente di Garda Trentino – dovremmo incassare molto di più, ma è chiaro che se l’offerta si amplia nel campo degli appartamenti si va verso un abbassamento del livello economico di chi arriva. Se avessimo il golf, se l’anello ciclabile fosse chiuso e se ci fossero strutture complementari di un certo tipo, ovviamente il discorso sarebbe diverso, perché si potrebbero pretendere prezzi di pernottamento di un altro livello e in generale arriverebbero persone con potere di spesa più elevato. Per questo serve una sinergia tra amministratori e privati». Discorso analogo per il traffico: «La Passo San Giovanni-Cretaccio serve più che altro ai locali. Per i turisti serve il treno, dunque ben vengano le previsioni del piano della mobilità della Comunità di Valle, a patto che quelle previsioni siano portate avanti. Senza un collegamento veloce ed efficiente in treno da Rovereto, in grado di intercettare chi viene da Monaco, non si va da nessuna parte. Bisogna muoversi in fretta e unitariamente». Anche per il trasporto su acqua servirebbero dei correttivi: «Se ci fosse un’evoluzione rispetto al monopolio ministeriale di Navigarda (ci vorrebbe una privatizzazione) si potrebbero predisporre per esempio collegamenti con Gardaland, con la passeggiata Busatte-Tempesta e con la Casa della Trota». Che dire, poi, dell’ipotesi di un numero chiuso, per scongiurare il fenomeno dell’overtourism in stile Venezia? «Il numero chiuso non è pensabile né accettabile per gli alberghi. Diverso il discorso per il mordi e fuggi: servirebbe un limite per i gitanti che vanno e vengono in giornata. Per esempio si potrebbe consentire l’arrivo in macchina solo a chi è in possesso di una prenotazione alberghiera, mentre chi si ferma solo per la giornata potrebbe essere obbligatoriamente dirottato su un parcheggio di attestamento e da lì portato al lago in pullman e poi riportato indietro».

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