Spiaggia, Aspiol vuole 4 milioni dalla Lido 

Maxi-richiesta di risarcimento danni: causa anche all’ex presidente Dalponte E la società di Levi ha impugnato il provvedimento di restituzione dell’immobile



RIVA. Ammonta a 4 milioni di euro la richiesta di risarcimento del danno che la Aspiol ha promosso nei confronti della Lido per la vicenda legata alla Spiaggia degli Olivi. Non solo: la società di Dario Levi che ha avuto in gestione il locale fino allo scorso 31 ottobre ha avviato una causa anche nei confronti dell’ex presidente Andrea Dalponte, al quale verranno chiesti i danni nel caso non venisse riconosciuta dal giudice la responsabilità della società. Lo ha reso noto la stessa Aspiol con un comunicato con il quale annuncia di aver impugnato il provvedimento del giudice Monica Izzo che aveva ordinato la restituzione alla Lido dell’immobile previo versamento di una cauzione di 200mila euro. Secondo Aspiol, il provvedimento di restituzione dell’immobile, conseguenza del ricorso d’urgenza presentato dalla società pubblica, conterrebbe elementi che entrerebbero nel merito del contenzioso, elementi che sposerebbero la tesi dell’inadempimento da parte di Aspiol. «Aspiol ritiene – si legge nella nota - che il provvedimento, pur non esprimendosi riguardo alla validità dell’accordo integrativo firmato tra Lido e Aspiol a marzo del 2018, trae delle conclusioni che solo possono conseguire da un accoglimento delle tesi portate avanti da Lido sulla possibile invalidità degli accordi». Da qui l’impugnazione.

La Aspiol entra poi pesantemente nel merito del ruolo avuto dall’avvocato Andrea Dalponte, ex presidente della Lido, nella vicenda. Dalponte (che si è dimesso lo scorso luglio) aveva firmato il contratto integrativo tra Lido e Aspiol oggi al centro della vertenza: l’integrazione definiva il canone di locazione dell’emiciclo della Spiaggia a favore della Fraglia (per porre fine ad un braccio di ferro che stava bloccando l’attività del sodalizio) e i termini economici della risoluzione del contratto. Dal giorno delle dimissioni di Dalponte, il presidente della Lido Immobiliare, Giacomo Bernardi, ha sempre definito il contratto integrativo “carta straccia”. Una posizione questa che, secondo Aspiol, avrebbe dovuto comportare una serie di conseguenze: «L’avvocato Dalponte - si legge nella nota di Aspiol - è un professionista di chiara fama e mai avrebbe firmato un accordo se non certo di avere quantomeno il supporto e il consenso della società da lui rappresentata. Qualora l’avvocato Dalponte avesse firmato un atto senza averne i poteri – prosegue la nota - la gravità dell’atto avrebbe dovuto generare una revoca di Dalponte dal ruolo di amministratore e non dimissioni con relativi ringraziamenti da parte del socio sulla correttezza dell’operato come dichiarato dal nuovo presidente a mezzo stampa – si legge nella nota di Aspiol -. Qualora l’avvocato Dalponte avesse firmato un atto senza averne i poteri in danno alla società da lui amministrata, anche considerando il fatto che si tratta di una società indirettamente controllata dal Comune, sarebbe sorprendente che gli organi societari della Lido non si fossero attivati nei confronti di Dalponte con un’azione di responsabilità». Secondo Aspiol, Dalponte non avrebbe esplicitato i problemi (interni alla Lido) sorti rispetto al contratto integrativo: «Peccato che Aspiol in accordo con il Comune e i precedenti organi amministrativi di Lido abbia sostenuto investimenti e costi per più di un milione di euro per il progetto di rilancio della Spiaggia e che sempre in accordo con il management di Lido avesse dato la propria disponibilità a farsi da parte per far spazio a una cordata capitanata da FiereCongressi, a detta di Dalponte più gradita all’attuale amministrazione (indicata nell’Accordo Integrativo firmato a Marzo 2018). In tale accordo per evitare strumentalizzazione Aspiol aveva accettato di ricevere poco più del 50% di quanto investito, ma anche questo non è stato sufficiente a ottenere l’adempimento della società di proprietà del Comune». Dalponte, interpellato, non ha voluto commentare le dichiarazioni di Aspiol.

«A decidere dell’operato politico dell’attuale amministrazione saranno i cittadini, me incluso - ha quindi scritto Dario Levi - quando sarà data loro l’opportunità. Per quanto mi riguarda rilevo come sia spiacevole constatare le difficoltà del privato cittadino a svolgere attività imprenditoriali in sintonia con soggetti pubblici che non mantengono le promesse fatte e gli impegni presi. Mi auguro solo che la magistratura - conclude -si mostri indipendente e priva di condizionamenti dal sistema politico locale, nel valutare e censurare comportamenti inaccettabili e lesivi della imprenditorialità».















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