Padre in vacanza con la figlia, scatta l’allarme di Interpol

Riva. Gli investigatori del commissariato di polizia di Riva si sono trovati ad affrontare un caso delicato che coinvolgeva una bambina. Un caso risoltosi per il meglio. Tutto è cominciato quando un...



Riva. Gli investigatori del commissariato di polizia di Riva si sono trovati ad affrontare un caso delicato che coinvolgeva una bambina. Un caso risoltosi per il meglio. Tutto è cominciato quando un francese si è presentato con la figlia in un noto albergo rivano, con l’idea di trascorrere alcuni giorni in zona. Al momento della registrazione dei dati dei due ospiti da parte del personale dell’albergo, però, al commissariato è arrivata la segnalazione, inserita da Interpol su richiesta della polizia francese, che quella bambina non sarebbe potuta uscire dalla Francia. Gli agenti, con la collaborazione del personale dell’hotel, con molta discrezione hanno quindi sentito il papà. A detta dell’uomo, la madre della bambina sarebbe stata a conoscenza del viaggio e lo avrebbe autorizzato e avrebbe certamente confermato l’accordo: cosa che la donna ha fatto, telefonicamente. Ma era davvero lei? Per verificarlo, la signora ha inviato una conferma via email con una copia della sua carta di identità.

Un espediente non ritenuto comunque sufficiente: secondo gli agenti, chiunque avrebbe potuto inviare la copia del documento e dunque si sono riservati ulteriori approfondimenti. Tramite Interpol, gli investigatori si sono confrontati con la polizia francese, che ha confermato che la mamma avrebbe dovuto recarsi in un commissariato transalpino per autorizzare formalmente la bambina a trascorrere alcuni giorni con il padre fuori dai confini statali. La donna però non era nelle condizioni di farlo in giornata. Gli agenti rivani si sono trovati dunque nella precaria condizione di dover far rispettare un ordine di un giudice francese pur avendo avuto apparenti garanzie in senso contrario da parte delle persone coinvolte. Scegliere il rispetto tassativo della norma avrebbe significato prelevare la bambina, con le conseguenze immaginabili, e portarla in Francia dalla madre o consegnarla alla frontiera di Ventimiglia alla polizia francese. Gli agenti invece hanno scelto, assumendosene la responsabilità, di attendere il nulla osta della polizia francese. Una decisione che si è rivelata quella giusta, perché l’indomani l’autorizzazione è arrivata.

«Questo episodio - commenta a bocce ferme il vice Questore Salvatore Ascione - ci insegna due cose: la prima, che tutti vorremmo, è l’efficienza, la preparazione e la competenza del personale del Commissariato di Polizia di Riva. La seconda, e che in qualche modo ci aspettiamo, la grande generosità e la capacità di assumersi la responsabilità, oltre il proprio dovere, degli uomini e delle donne della Polizia di Stato». M.CASS.

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