«La Ponale non diventi una pista ciclabile» 

Il comitato Giacomo Cis interviene sui lavori: «Solo se il terreno è sconnesso si scoraggia l’alta velocità delle biciclette. Ma non veniamo ascoltati»


di Alessandra Cattoi


RIVA. «Le reti paramassi sulla Ponale sono piene, non tengono più ed è ovvio che ogni nuovo sasso che si stacca dall’alto finisca sul sentiero oltrepassando la rete. Del resto hanno più di quarant’anni e una manutenzione seria non si fa da decenni». A parlare è Donato Riccadonna, presidente del comitato Giacomo Cis, che dal 2004 si è occupato della gestione della Ponale, facendo un grosso lavoro sotto il profilo turistico e culturale ma con mezzi limitati sul versante della manutenzione. Ora, per fortuna, i lavori sono iniziati proprio sulle paramassi, indicate come la priorità.

Nei giorni scorsi alcuni sassi e un albero divelto a causa del maltempo sono caduti sul sentiero evidenziando ancora una volta quanto i rischi siano elevati. Rischi che non si potranno mai annullare ma l’obiettivo è comunque di limitarli il più possibile. «Come abbiamo segnalato anche in passato, la manutenzione è urgente e indifferibile – commenta Riccadonna - ma alcune decisioni prese non ci convincono e non garantiranno la sicurezza di chi frequenterà la passeggiata». Sulle questioni tecniche la Giacomo Cis non è stata coinvolta ed è quasi certo che in futuro la gestione del sentiero sarà affidata alla Garda Trentino mentre il Comitato probabilmente si occuperà della valorizzazione sotto il profilo culturale e storico.

Ma le perplessità riguardano la seconda fase dei lavori, ovvero gli interventi sul fondo con la separazione in due del sentiero, la parte esterna, quella verso il lago, riservata ai pedoni, mentre quella interna dedicata ai bikers. Secondo Riccadonna: «Questo significa che le biciclette scenderanno ad altissima velocità su un bel terreno liscio e spianato, mettendo così in difficoltà i pedoni che già in passato ci chiamavano proprio per segnalare i problemi di convivenza sul percorso».

Timori legittimi, benché tutti gli enti coinvolti prima dell’avvio dei lavori abbiamo insistito nel definire la Ponale un sentiero alpino e non una pista ciclabile, il che fa pensare che il comportamento di chi la frequenta dovrebbe essere conseguente.

Ma se l’obiettivo è davvero quello di valorizzare gli aspetti storici e naturalistici del sentiero, con un percorso botanico e l’accesso facilitato alla Tagliata, l’idea di creare un percorso ad hoc per i bikers, con una strada pulita e quanto più liscia possibile sembra andare nella direzione opposta.

«Più la strada sarà libera dai sassi e spianata – sostiene il presidente della Giacomo Cis - più assomiglierà a una ciclabile, mentre se il terreno rimane sconnesso si scoraggia l’alta velocità delle bici e si mantiene una certa dose di prudenza. Ma nessuno ci ha chiesto un parere nemmeno su questo».

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