IN AULA 

Il consiglio si “toglie” la parola 

Via libera al nuovo regolamento che riduce i tempi del dibattito


di Matteo Cassol


RIVA. Il Consiglio comunale di Riva ha approvato l’autorizzazione al rilascio del permesso di costruire in deroga per il progetto di ampliamento (21 metri quadrati in più della regola) della superficie della zona officine della rivendita di autoveicoli Cristofari in via Maso Belli (16 i favorevoli, tra cui Campisi e Santorum di Oltre Forza Italia, astenuti perché non convinti della pubblica utilità della deroga Matteotti, Prada e Grazioli, assenti Zambotti e Bazzanella), una rettifica delle previsioni del prg per difformità in una trasposizione cartografica in località San Nazzaro (stessa distribuzione dei voti) e soprattutto le modifiche e le integrazioni al regolamento interno per le adunanze del Consiglio partorite dopo sei riunioni dell’apposita commissione. Riguardo alla deroga per la concessionaria, sindaco e maggioranza hanno fatto presente che la pubblica utilità della concessione del lieve sforamento dei limiti (da 2.567 a 2.588 metri quadri) sta sostanzialmente nel mantenimento dei livelli occupazionali (14 dipendenti) e del radicamento sul territorio dell’azienda, oltre che in un qualche miglioramento estetico (si toglie una resega). Quanto invece al nuovo regolamento, ci si aspettava che numerosi incontri della commissione statuto potessero bastare e invece anche in Consiglio si è entrati nel merito: alla fine la proposta è uscita com’era entrata, con una riduzione in seduta ordinaria degli interventi da 30 a 15 minuti per il primo e da 15 a 5 per il secondo (mentre nelle sedute del bilancio si potrà parlare rispettivamente per 40 e 20 minuti anziché per 60 e 30) e una sforbiciata delle dichiarazioni di voto da 5 a 2 minuti, con l’introduzione della figura del vicepresidente del Consiglio (dovrà essere della parte politica opposta e se possibile di genere diverso rispetto al presidente, un identikit che in questa consiliatura corrisponderebbe solo a Bazzanella, che però avendo proposto lei la cosa si è detta indisponibile ad assumere la carica, che dunque non andrà a una donna), con 45 minuti teorici di “question time” a ogni adunanza (se, come spesso accade, i consiglieri non saranno puntuali i minuti però saranno di meno) e con il conferimento al presidente del potere disciplinare (potrà ammonire e, se non si redime, zittire – oppure espellere per “doppio giallo” o per “rosso diretto” in casi gravi – un consigliere che offende o disturba e per ragioni analoghe potrà anche decretare la “squalifica” in commissione). Matteotti e Prada (astenuti) hanno chiesto invano di rendere pubbliche le sedute delle commissioni (salvo nei casi secretati per legge) e di poter avere più lumi su interpellanze e interrogazioni non risposte, Grazioli (uscito) si è scagliato contro il presidente Pederzolli chiedendone le dimissioni perché a suo dire avrebbe dimostrato di non poter ricoprire il ruolo di garante, mentre Campisi (favorevole), Iandarino e Benamati hanno auspicato ulteriori tagli ai tempi di intervento.















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