Garda trentino, stop al boom del turismo: calano le presenze 

La stagione si è conclusa con un aumento degli arrivi ma meno giorni di permanenza. Campanello d’allarme


di Gianluca Marcolini


RIVA. Non c’è motivo di fasciarsi la testa, almeno non ancora. Ma i dati forniti dall’Apt del Garda Trentino, che riguardano la stagione turistica 2018, inducono per la prima volta, dopo molti anni, a un contenuto ma inevitabile pessimismo che scaturisce dalla lettura delle crude cifre. La continua crescita, che finora sembrava inarrestabile, si è bloccata. I dati, in realtà, non sono completamente negativi. Anzi, il numero di turisti giunti in vacanza nell’Alto Garda, durante il 2018, segna un incremento dell’1 per cento rispetto all’annata precedente: nel 2017 i turisti erano stati 869mila, l’anno appena passato si è superata quota 878mila. A preoccupare, però, è il dato sul totale delle presenze (la permanenza dei turisti) che registra un calo dell’1,1 per cento (3.561.284 nel 2017, 3.523.489 nel 2018). È questo il vero termometro che misura lo stato di salute del turismo altogardesano: aumentano i turisti ma diminuiscono le presenze, quindi più quantità e meno qualità. In altre parole, arrivano più turisti con meno capacità di spesa e la conseguenza diretta è un impoverimento che si riversa su tutta l’economia locale. Ciò comporterà inevitabilmente una riflessione da parte degli addetti ai lavori, in primis la stessa Apt (che peraltro, per bocca del presidente Marco Benedetti, aveva lanciato l’allarme in tempi non sospetti), quindi gli operatori turistici e gli enti pubblici. La situazione è seria ma non ancora critica, servono le adeguate contromisure ma non si può tergiversare troppo o sottovalutare il problema.

A stoppare il boom turistico, per la prima volta in questo decennio, è stato il calo del mercato straniero. Le presenze degli ospiti provenienti da fuori Italia hanno registrato una riduzione di oltre il 2 per cento (2,3) passando da 2.876.353 a 2.811.588. Anche il numero dei turisti stranieri, differentemente dal totale degli arrivi, ha messo a segno una prestazione negativa (652mila nel 2017, 641mila nel 2018). A tenere botta, invece, è stato il mercato italiano (che vale, però, un quarto di quello straniero) incrementato nelle presenze (da 684mila a 711mila, +3,9%) e negli arrivi (da 217mila a 237mila, +9%). A pagare oggi lo scotto maggiore è dunque il settore alberghiero, che lamenta complessivamente una contrazione delle presenze del 2 per cento a fronte di una riduzione del mercato straniero del 3,3 per cento smorzata solo in parte dall’aumento del mercato nazionale (4,6%). L’extralberghiero, invece, segna una leggera crescita nelle presenze (0,1% a fronte del meno 0,8% del mercato straniero e del più 3,3% di quello italiano). A tradire il Garda Trentino sono stati anche gli ospiti finora più fedeli, quelli di provenienza germanica: le presenze sono calate di circa il 4% (1.676.360 nel 2017, 1.610.665 nel 2018), gli arrivi sono scesi del 5% (da 372mila a 353 mila). Peggiori le percentuali riguardanti i turisti austriaci (-6% e -5,6%). Fra le spiegazioni c’è anche il ritorno in auge delle mete turistiche africane di nuovo sicure e quindi concorrenziali.

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