«Distretto agricolo, la legge è superata» 

Dopo la presa di posizione del Comitato, la riflessione di Malfer: «Gli obiettivi della norma già perseguiti dalla Comunità»



ALTO GARDA. «La legge che istituisce il Distretto agricolo del Garda Trentino è superata: gli obiettivi che la norma aveva posto sono di fatto perseguiti con successo dalla Comunità di valle».

Non mancheranno di suscitare reazioni le parole di Mauro Malfer, oggi presidente della Comunità dell’Alto Garda e Ledro e vice presidente dell’ente (con delega all’urbanistica) dal 2010 al 2015, gli anni in cui di fatto il distretto avrebbe dovuto prendere forma. Il Comitato promotore della legge di iniziativa popolare che istituisce il distretto agricolo, e con toni più soft anche la Coldiretti del Basso Sarca, con un’ampia riflessione pubblicata nell’edizione di ieri del “Trentino” ha preso atto con amarezza dell’inapplicazione della legge («persa un’occasione»), puntando il dito contro gli amministratori dell’Alto Garda e invitando il futuro governo provinciale a fare ciò che non è stato fatto dal 2008 ad oggi. Gli organi gestionali del Distretto agricolo (supportato da nove mila firme raccolte tra i cittadini dell’Alto Garda) avrebbero dovuto promuovere i prodotti agricoli locali e avere un ruolo consultivo rispetto alle scelte urbanistiche.

«Così come era nata, la legge non poteva essere applicata. Il Distretto avrebbe dovuto essere incardinato all’interno della Comunità di valle – spiega Mauro Malfer – tra l’altro con una struttura “pesante” anche dal punto di vista economico, con personale a disposizione, un consiglio di amministrazione e un presidente. Sin dall’inizio, personalmente non ho mai avallato questa strada, una posizione la mia che era condivisa dal dirigente del Servizio urbanistica della Provincia dell’epoca, Piergiorgio Mattei (Mattei è scomparso quasi quattro anni fa ndr)». Per Malfer, la missione che si era data il distretto agricolo è già portata avanti dalla Comunità di valle: «Il settore agricolo è già ampiamente tutelato e valorizzato dalla Comunità, che ha sempre anteposto la qualità alla quantità». Secondo il presidente della Comunità dell’Alto Garda e Ledro, la legge va cambiata. Ed un tentativo era stato fatto negli anni scorsi per mettere mano alla norma, ma la proposta giace in qualche cassetto dell’assessorato all’urbanistica della Provincia.

Secondo il Comitato promotore del Distretto agricolo, la legge è rimasta lettera morta perché fortemente osteggiata dagli amministratori comunali, che nel Distretto avrebbero visto un ostacolo all’autonomia pianificatoria: «I luoghi deputati alla discussione e alle decisioni ci sono già: il Consiglio di Comunità, le commissioni, i consigli comunali. Così com’è stato pensato nella legge, il Distretto rischia di diventare solo una sovrastruttura». (g.f.p.)















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