mozione respinta in consiglio 

Comune unico, tutti contro il M5S 

I grillini hanno proposto un percorso partecipativo con i cittadini



RIVA. Il tema della fusione dei comuni del Basso Sarca e la conseguente creazione di un Comune unico ritorna nel dibattito politico locale. E dopo Arco, che ne ha discusso lo scorso settembre, giovedì sera anche il consiglio comunale di Riva ha aperto il dibattito partendo da una mozione del Movimento 5 Stelle a favore dell’unificazione. Più che chiedere l’approvazione di un atto amministrativo, i 5 Stelle hanno in realtà colto l’occasione per aprire una discussione sollecitando l’amministrazione rivana a sedersi attorno a una tavolo, amministratori e cittadini, per capire se effettivamente vi sia la volontà di fare un comune unico dell’Alto Garda. «Non chiediamo che si faccia il Comune unico – ha detto il consigliere Matteotti nel suo intervento - ma vogliamo che vengano ascoltati i cittadini che sono gli unici a cui non è stato chiesto che cosa ne pensano». Ascoltarli attraverso un referendum o delle assemblee pubbliche o con altri metodi partecipativi ad esempio con un sondaggio online come amano fare i 5 Stelle, non è stato chiarito. In ogni caso la proposta ha visto un fuoco di sbarramento a trecentosessanta gradi, registrando l’opposizione di tutti i consiglieri presenti, non molti in realtà dato che in aula erano solo in quattordici su ventidue.

La storia dice che i cittadini, quando sono stati interpellati, si sono sempre dichiarati contrari all’accorpamento. È accaduto nel 1958 con il referendum su Nago-Torbole, che fino a quel momento era Comune di Riva. In quell’occasione la stragrande maggioranza degli abitanti di Nago-Torbole votò per il distacco mentre i rivani rimasero a casa, e i comuni diventarono due. Più recentemente, vale la pena ricordare la levata di scudi di Tenno contro la Provincia che insisteva per la gestione associata con il comune di Riva.

Nell’aula consiliare rivana ognuno ha rivendicato un buon motivo per votare contro la mozione e bloccare sul nascere l’idea di una discussione pubblica sulla fusione dei comuni, in particolare tra Riva e Arco. Chi animato da puro campanilismo, chi per il timore di cedere un po’ della propria identità, chi per tutelare le specificità locali contro la globalizzazione, chi semplicemente per non cambiare le cose quando vanno bene. Dunque la contrarietà è stata ampiamente condivisa, con il PD fortemente critico con i 5 Stelle accusati di lanciare degli spot senza solide argomentazioni. Assaggi di campagna elettorale.

Che poi il tema resti sul tavolo e prima o poi sia destinato a riemergere lo si è capito dall’intervento del sindaco che, nella sua lunga e lucida analisi, ha elencato una serie di motivi amministrativi e strategici per cui unire due amministrazioni, con relativi uffici, dipendenti, bilanci, società partecipate, tributi, patrimoni immobiliari e via discorrendo non sia affatto un’operazione semplice e non riguardi solo un atteggiamento culturale o una difesa identitaria. Per ora il tema della fusione è archiviato, domani chissà. (a.c.)















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