le osservazioni degli amici della terra 

Barbagli: «Espropriare l’area ex Cattoi»

RIVA. «L’area ex Cattoi va espropriata e deve diventare un parco pubblico»: a dirlo è Paolo Barbagli, in rappresentanza degli Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro, di cui è presidente. «La...



RIVA. «L’area ex Cattoi va espropriata e deve diventare un parco pubblico»: a dirlo è Paolo Barbagli, in rappresentanza degli Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro, di cui è presidente. «La destinazione d’uso dell’area ex Cattoi e dell’intera fascia lago – sostiene Barbagli – è una decisione che non potrà ancora essere protratta e deve trovare la migliore soluzione con il fattivo coinvolgimento della cittadinanza», ma «il percorso previsto dal Comune di Riva per definire la destinazione d’uso dell’area ex Cattoi non può essere considerato un vero processo partecipativo, tutt’al più una semplice audizione o concertazione con i portatori di interesse». Se l’area non è stata acquisita dagli enti pubblici (Comuni e Provincia) per le questioni “burocratiche” esposte in audizione dal sindaco Adalberto Mosaner, «potevano essere adottati provvedimenti per favorire l’acquisizione dell’area da parte di società partecipate comunali e provinciali, ma i Comuni e la Provincia sono rimasti inerti, consentendo ai privati di acquistare l’area». Barbagli contesta poi il presunto conflitto di interessi di Alberto Cecchetto: «Il progetto di edificazione del complesso commissionato dall’attuale proprietà è stato elaborato dall’architetto r dal suo studio professionale. Gli stessi hanno elaborato il documento preliminare del Piano territoriale di Comunità. Ci riserviamo di acclarare la legittimità degli incarichi». Quindi, la conclusione: «Riteniamo che la stesura del nuovo piano attuativo, da approvare entro l’autunno dal Consiglio di Riva, debba prevedere come unica destinazione d’uso dell’area ex Cattoi quella di parco pubblico, procedendo all’esproprio. Tale destinazione d’uso dovrà essere evidenziata nella variante del prg e del piano territoriale della Comunità, che dovranno essere oggetto di processi partecipativi». (m.cass.)















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