A Riva parte la ricerca di alloggi per i profughi 

Sala piena, in Rocca, per l’evento organizzato da Cinformi: ai rivani sono state fornite tutte le informazioni sulla possibilità di affittare casa ai richiedenti asilo


di Alessandra Cattoi


RIVA. Per curiosità o per avere informazioni, i rivani hanno risposto positivamente alla serata organizzata, mercoledì, in Rocca nell’ambito delle iniziative per la settimana di azione contro il razzismo.

Tema dell’incontro, coordinato dal Cinformi, informare i cittadini sulle modalità di affitto di appartamenti da destinare ai richiedenti asilo. In questo momento, in provincia di Trento, vivono milleseicento persone in attesa di sapere se la loro richiesta di essere ammessi allo status di rifugiato sarà accolta o meno. Circa la metà di loro vive nei centri di prima accoglienza, ovvero i grandi campi di Trento e Marco, mentre gli altri, più o meno ottocento, sono distribuiti in settanta comuni. E’ il modello dell’accoglienza diffusa, promosso a livello provinciale per favorire l’integrazione, la socializzazione, il lavoro, puntando sulle capacità di accettazione degli stranieri da parte di ogni comunità, grazie ai piccoli numeri.

Fino ad oggi gli appartamenti che ospitano i rifugiati sono duecento, ma ne servirebbero molti di più. Riva nel panorama Trentino è certamente un esempio negativo. Nessun appartamento messo a disposizione dall’ente pubblico, ma «non abbiamo alloggi di proprietà comunale da mettere a disposizione», ha tenuto a sottolineare l’assessora alle politiche sociali Lucia Gatti che ha partecipato alla serata assieme alla collega Bollettin. Ma non si è proposto nemmeno un privato. A giudicare dalle tante persone presenti alla serata del Cinformi, forse qualcosa si muove. Anche perché chi mette a disposizione un appartamento per i richiedenti asilo può contare su un contratto di affitto garantito dalla Provincia che si impegna a restituire l’immobile in perfette condizioni in caso di danni. Altro aspetto positivo è la durata: un anno di affitto, rinnovabile per un altro anno e poi nessun vincolo per rientrare in possesso dell’immobile.

Sono molti gli aspetti positivi eppure la diffidenza la vince sul buon senso. In molti, in particolare a Riva, preferiscono affittare ai turisti, con alti guadagni concentrati solo nel periodo estivo. Una spiegazione plausibile ma comunque sorprendente: davvero non c’è nessuno sensibile alle difficoltà di questi ragazzi?

La testimonianza di Samad, giovane pachistano arrivato in Italia un anno fa aiuta a riflettere. Sbarcato in Sicilia è stato trasferito prima a Roma e poi a Trento. E’ laureato in letteratura ma di lavoro oggi fa il contadino, a Mori, dove vive in un appartamento che condivide con altri ragazzi come lui. Non è felice, gli manca la famiglia, il suo paese, la lingua e gli affetti, ma proprio grazie a quell’appartamento, ai vicini di casa, alla vita di quartiere ha ricominciato a guardare al futuro e a scrivere poesie, anche in italiano.

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